Dall’art. 11 della Costituzione della Repubblica: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Il conflitto tra Israele e Hamas pare a tutti gli effetti una controversia internazionale, perché è in atto in una zona essenziale per lo scacchiere geopolitico e tocca interessi importanti sia per gli Stati Uniti sia per l’Europa.
Il governo Meloni, in questo quadro, si è proposto come capofila di una missione nel Mar Rosso per combattere gli Houthi. La nave Duilio della nostra Marina militare oggi ha abbattuto due droni. “Congratulazioni all’equipaggio del cacciatorpediniere Caio Duilio, che ha abbattuto due droni nel Mar Rosso nell’ambito della missione Ue Aspides”, twitta il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani. @ItalianNavy garantisce la libera navigazione e protegge i nostri mercantili. Fieri dei nostri marinai!”.
Ma perché il nostro Paese si fa coinvolgere in operazioni belliche che non aggrediscono i nostri confini?
«Si tratta di una zona che è diventata pericolosa, nella quale gli Houthi sono passati dagli attacchi ai mercantili alle navi militari», sostiene il ministro della Difesa Guido Crosetto. «C’è una evoluzione continua delle modalità di attacchi. Anche questa notte gli attacchi sono stati condotti in modo diverso. Non basta l’approccio militare, che serve per dare sicurezza, ma il tema di cui si parlerà nelle prossime settimane è quello di affiancare altri sistemi, altri interventi, altre trattative politiche e diplomatiche per far cessare questi attacchi che poi non incidono, come vorrebbero nelle dichiarazioni gli Houthi, sulla guerra a Gaza, ma soltanto sull’economia italiana o dell’Europa».
L’Ansa poco dopo ribatte la reazione preoccupante di Abdennaser Mahamed, funzionario del dipartimento dei media della presidenza della Repubblica (Houthi) di Sanaa.
«L’abbattimento di nostri droni da parte della marina militare italiana costituisce una nuova conferma che l’Italia si è voluta schierare a fianco dei nostri nemici e a difesa di Israele. L’Italia per il momento non è un nostro obiettivo diretto». Per il momento…
«L’Italia e gli altri Paesi della coalizione filo-israeliana dimostrano di non voler calmare la situazione o contenere il raggio del conflitto. Vogliono invece espanderlo in tutto il Mar Rosso. Ma saranno le forze yemenite a determinare il teatro delle operazioni. Queste operazioni rimangono mirate su due obiettivi: impedire alle navi israeliane di dirigersi verso la Palestina occupata e colpire le navi americane e britanniche, per il sostegno americano e britannico a Israele nell’aggredire Gaza».