Novak Djokovic non giocherà Miami
Dopo l’eliminazione precoce di Indian Wells a opera di Luca Nardi, Novak Djokovic da forfait. La decisione, un po’ annunciata nei giorni scorsi, lascia comunque a bocca aperta. Il serbo, numero uno del mondo, è andato negli Stati Uniti appositamente per giocare il Sunshine Double che per lui s’è trasformato in un Sunset Double. Il forfait della Florida certifica che Djokovic ritiene il suo livello basso per competere.
E i punti in classifica?
Non c’è danno, per Djokovic, perché non perde punti in classifica, non avendo giocato l’anno scorso (non ne aveva da scalare). Resta però un altro significato, su cui riflettere: non si tratta più, per il serbo, di chiedersi se ha giocato male o era in giornata no. Qui siamo di fronte a un problema più strutturale, a una domanda molto più cattiva: è, il gioco di Djokovic, superato?
La domanda che si stanno facendo tutti
Questo è il vero interrogativo che si sta ponendo il leader mondiale della racchetta: è di fronte a giovani in piena esaltazione agonistica che non riesce a fronteggiare? Deve cambiare qualcosa del suo tennis? E, quindi: a quasi 37 anni (a maggio) può essere in grado di migliorare, come è riuscito a fare nel passato? Ai posteri l’ardua sentenza.