I controlli di sicurezza l’anno scorso sono stati 54 milioni, contro i 35 del 2021. Gli italiani non sarebbero obbligati a portarsi in tasca un documento. Se una persona viene fermata, è solo tenuta a fornire le proprie generalità. Allora accaniamoci sugli immigrati con regolare permesso di soggiorno e un lavoro stabile come Idrissa Diallo, 23 anni, arrivato dalla Guinea su un barcone sette anni fa.
Finito in pronto soccorso
«Io non ho fatto niente, non ho fatto niente», insiste a ripetere il ragazzo, fermato e pestato in pieno centro a Modena. Erano le 9 del mattino e aspettava l’autobus. Magari accanto a lui c’era un pregiudicato, italiano però, o un ubriaco pronto a palpeggiare sul torpedone una donna. I due carabinieri in servizio hanno scelto Idrissa, finito in pronto soccorso al Policlinico modenese. Un video testimonia le loro nobili gesta, ovvero prendere a cazzotti Diallo e scaraventarlo in auto con la forza bruta.
«Stavo aspettando il bus per andare a lavorare, erano le 9», ricostruisce Idrissa Diallo. «Ho visto arrivare i carabinieri che mi hanno chiesto i documenti. Gli ho detto che non li avevo con me. Hanno guardato nel mio zaino, nel frattempo gli ho detto che potevo chiamare qualcuno per farmeli portare, ma niente». I carabinieri gli hanno intimato di seguirli in caserma per l’identificazione e Idrissa ha fatto un unico errore, un po’ di resistenza a pubblico ufficiale; allora giù botte da orbi .
Non siamo in America
«Voglio denunciare», annuncia Diallo. «Mi hanno picchiato senza motivo, io non ho fatto nulla». L’avvocata Barbara Bettelli, che lo difende: «A Modena non era mai accaduta una cosa del genere, finora cose così le avevo viste solo nei filmati americani. Si sono accaniti con una violenza non necessaria. Se una persona si oppone a un controllo legittimo va contenuta, non picchiata. Ho già chiesto gli atti e sicuramente chiederemo i danni per quanto è accaduto».
Idrissa Diallo è stato processato per direttissima, il giudice ha convalidato l’arresto e lo ha rimesso in libertà. Il 18 aprile dovrà rispondere di oltraggio a pubblico ufficiale e danneggiamento. I vertici dei carabinieri promettono chiarimenti sulla vicenda, il sindacato ripete la versione già sentita in altri casi di violenza, battere cassa: chiede maggiori investimenti per addestrare il personale operativo in pattuglia, sul corretto uso della forza e sul mantenimento delle adeguate condizioni di assetto psicologico, in condizioni di stress.
Tutte le forze dell’ordine, ricordiamolo, si sottopongono a test psico-attitudinali che i sindacati sbandierano spesso, sostenendo che solo il 20-30% dei candidati passi l’esame. La selezione funziona?
Un ragazzo meraviglioso
Idrissa lavora adal 2018 l ristorante “Ci risiamo” di San Damaso, in provincia di Modena, ed è stimato dai colleghi e dal proprietario Mario Campo. «È un ragazzo meraviglioso ed è un grande lavoratore», assicura il ristoratore. «È partito come lavapiatti, ora è lo chef dei secondi, ha fatto carriera. È sempre stato puntuale, oggi è in ospedale e già ci manca. Mi chiama papà Mario, c’è un grande affetto, lo sosterremo e lo aspettiamo a braccia aperte».
«L’uso della forza da parte delle forze dell’ordine non può mai essere sproporzionato, altrimenti diventa abuso, e infanga la divisa che si indossa», dicono i parlamentari del Pd Stefano Vaccari e Maria Cecilia Guerra. «Bene ha fatto l’Arma a rispondere prontamente, riassegnando ad altri incarichi i due militari e avviando verifiche per fare piena luce sull’accaduto».