Il ministro dell’Interno Piantedosi ha avviato la procedura per valutare lo scioglimento del comune di Bari per mafia. Lo ha reso noto sapere il 19 marzo il sindaco Antonio Decaro, del Pd, spiegando su Facebook di aver ricevuto la comunicazione direttamente da Piantedosi.
Come leggiamo da “Il Post”, la decisione di Piantedosi sarebbe legata a una serie di arresti fatti a fine febbraio. Questo dopo che la polizia, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale, aveva eseguito due diverse ordinanze di custodia cautelare e sequestri per associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione di armi da sparo, commercio di droga e turbativa d’asta nei confronti di 130 persone. Le indagini ipotizzavano un’ingerenza elettorale politico-mafiosa nelle elezioni comunali del 26 maggio del 2019. Tra gli arrestati c’erano anche l’avvocato Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, e la moglie Maria Carmen Lorusso, consigliera comunale di una lista civica inizialmente eletta dall’opposizione e poi passata alla maggioranza.
La reazione del sindaco di Bari
La reazione del sindaco Decaro: “Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari. Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare un’ipotesi di scioglimento del Comune. L’atto, come un meccanismo a orologeria, segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese. Tra questi i due viceministri del Governo. E si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avvocato Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra”.
Mentre il sindaco parla di “meccanismo a orologeria”, perchè hanno avviato l’iter a 3 mesi dal voto, il Viminale parla di “atto dovuto”.