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La dipendente licenziata dalla Roma dopo il video hot: “umiliata, farò tutti i nomi”

La vittima di furto del video hot è stata ascolta dalla procura e le sue parole fanno tremare calciatori e dirigenti. Lei e il fidanzato cacciati per "incompatibilità ambientale"... ma che significa?

La manifestazione di protesta sotto la sede della AS ROMA per il mancato rinnovo contrattuale di Daniele De Rossi a Roma, 17 maggio 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI

“Sono diventata bersaglio di tutta Italia”

“Quel video? Un’umiliazione continua, patita per mesi e ora dopo la bomba mediatica soffro ancora di più, perché sono diventata bersaglio di tutta Italia”. Di fronte al procuratore federale Giuseppe Chiné, negli uffici della Figc, ieri mattina, la trentenne ha ripercorso in maniera dettagliata la sequenza dei fatti che hanno portato al suo licenziamento e alla causa di lavoro con il club giallorosso, tuttora in piedi. La dipendente è stata cacciata in seguito alla diffusione in spogliatoio di un suo video hot. La donna ha detto di essere stata “umiliata” e avrebbe confermato di essere pronta a “fare i nomi di tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella vicenda”. Nel filmato, che la donna custodiva nel proprio cellulare che le era stato sottratto, veniva ripresa in atteggiamenti intimi con il fidanzato.  

Quali responsabilità ha la società?

Dopo la diffusione del video, avvenuta nell’autunno scorso, a novembre, la dipendente è stata licenziata per “incompatibilità ambientale”. Anche i dirigenti della società saranno interrogati per valutare eventuali responsabilità. “La mia vita è stata stravolta”, ha ribadito la donna al procuratore federale, ricostruendo la rete di chi ha partecipato, più o meno attivamente, a quello che potrebbe configurarsi come un caso di revenge porn.

Anche il fidanzato dal procuratore federale

Anche il fidanzato è stato sentito ieri da Chiné. La coppia poteva declinare l’invito a comparire in via Campania dal momento che non si tratta di federati. Invece hanno voluto presentarsi proprio per dire la propria verità. Il colloquio è durato un paio di ore e poi i due, accompagnati dal legale, hanno lasciato il palazzo dicendosi “sereni”.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.