Premettiamo che su Julian Assange possiamo solo fidarci di quanto riporterebbe il Wall Street Journal. Se saranno confermate, potrebbero essere ottime notizie per il futuro del giornalista e per la tutela mondiale della libertà di stampa.
Assange sta pagando carissimo l’aver pubblicato sul sito Wikileaks una mole imponente di documenti militari top secret e dispacci diplomatici riservati, dall’Afghanistan all’Iran e a Guantanamo, scatenando l’ira degli Stati Uniti.
È detenuto a Londra in regime di isolamento da cinque anni. Si è appellato contro la richiesta di estradizione avanzata dagli Usa al Regno Unito: se spedito Oltreoceano, finora si sapeva che avrebbe rischiato una condanna a 175 anni di carcere.
Il colpo di scena filtrato dalle colonne del Wall Street Journal è la possibilità per Julian Assange di un patteggiamento, con una dichiarazione di colpevolezza per un reato meno grave. Il dipartimento di Giustizia americano starebbe valutando l’ipotesi di un accordo. Assange si dichiarerebbe colpevole di cattiva gestione di informazioni classificate, reato minore in confronto alla cospirazione finalizzata a violare la legge sullo spionaggio.
Prospettiva che gli eviterebbe l’estradizione negli Usa e forse gli propizierebbe persino la libertà. Il fondatore di WikiLeaks potrebbe patteggiare da remoto ed essere scarcerato poco dopo, visti i 5 anni già scontati nel carcere londinese di Belmarsh.
La libertà di Julian Assange, secondo il quotidiano statunitense, sembrerebbe in ogni caso prossima: se dovesse saltare il patteggiamento, può invocare l’impegno preso in passato dagli Usa a trasferirlo nella nativa Australia per scontare eventuali pene. E il governo di Canberra, da sempre favorevole al giornalista, potrebbe mitigare la sentenza e liberarlo subito.