C’è un filo che unisce Anna Cherubini, la sorella di Lorenzo Jovanotti, ed Emanuela Orlandi, la 15enne cittadina vaticana scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. “Ci siamo incontrate da bambine con la nostra voglia di giocare e di chiacchierare. Abbiamo sfiorato l’avventura di conoscerci davvero. Se non fosse scomparsa saremmo diventate amiche. Ora non c’è giorno in cui non mi chieda dove sia. La sua assenza ha accompagnato la mia crescita. Ho sentito il bisogno di scrivere di lei” dice la scrittrice, sceneggiatrice e autrice televisiva in una intervista rilasciata al settimanale “Oggi”.
L’amicizia con Emanuela Orlandi
Da bambine Anna Cherubini ed Emanuela si incontravano davanti all’ambulatorio medico del Vaticano, non distante dall’abitazione degli Orlandi, che vivevano all’interno delle Mura leonine. “Non ho avuto il tempo di diventare veramente sua amica. Emanuela era una ragazzina semplice, era felice di studiare musica, di suonare il pianoforte e il flauto. Io ho frequentato la sua stessa scuola di musica, ma dopo la sua scomparsa. Entrai con l’idea di averle rubato il posto. Mi sentivo in colpa e avevo anche un po’ paura che potesse capitare anche a me qualcosa di brutto. Poi, con l’assicurazione che se fosse tornata, ci sarebbe stato posto per entrambe, ho accettato di studiare là pianoforte”.
Anna Cherubini, con i suoi fratelli, è cresciuta a due passi dal Vaticano e conosce bene la famiglia Orlandi: “Loro sono molto uniti e sono ammirevoli in questa battaglia alla ricerca della verità. Pietro non si stanca di cercarla. È un esempio di coraggio e di tenacia. È un eroe contemporaneo”.
Tra ipotesi e misteri, la vicenda di Emanuela Orlandi continua a essere un caso irrosolto da oltre 40 anni. “In Vaticano ci sono stati atteggiamenti di chiusura anche ambigui, per esempio sulle ipotesi di pedofilia, e questo è inquietante”.
Mario Cherubini (papà della scrittice) era un dipendente del Vaticano, proprio come Ercole Orlandi, il padre di Emanuela. “Diceva di conoscere fatti gravi, ma non ha mai spiegato quali. – prosegue – Papà era un po’ fantasioso, amava far passare l’idea che conoscesse molti segreti del Vaticano”. Poi precisa: “Forse pensava che Emanuela fosse stata uccisa: i delinquenti che probabilmente l’avevano rapita, magari avevano chiesto aiuto alla criminalità organizzata, come quella della banda della Magliana. Poi però papà ha lasciato il Vaticano, che aveva sempre venerato, per andare in pensione in anticipo”.