Nel gennaio del 2023 si tenne una compravendita della villa a Forte dei Marmi di Francesco Alberoni, acquirenti il compagno di Daniela Santanché, Dimitri Kunz D’Asburgo, e Laura De Cicco, moglie del Presidente del Senato Ignazio La Russa.
La Procura di Milano ha indagato, sentendo una certa puzza di bruciato in una transizione che, nel giro di un’ora, ha portato alla rivendita della villa all’imprenditore Antonio Rapisarda, per 3,45 milioni di euro.
Presunto riciclaggio
La Guardia di Finanza sarebbe stata delegata ad indagare per riciclaggio sui flussi di denaro e la presunta destinazione della plusvalenza di un milione: si sospetterebbe sia servita per coprire i debiti di Visibilia, s.p.a. dell’attuale ministra del Turismo.
È l’ennesima tegola sulla testa sempre fresca di parrucco di Daniela Santanché, appena finita nella bufera per le presunte irregolarità sulla gestione della Cassa Integrazione durante il Covid: non avrebbe versato oltre 120mila euro di contributi previdenziali all’Inps per i suoi dipendenti.
Dovrà a quanto si apprende rispondere dell’accusa di truffa aggravata insieme a Kunz d’Asburgo e Paolo Concordia, consulente con gestione del personale, rispondono di truffa aggravata.
“Scappati di casa”
Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations di Visibilia, con le sue telefonate con i vertici dell’azienda sembrerebbe il principale testimone d’accusa. «Siete degli scappati di casa…», dice la manager «Perdonami l’offesa, ma è questo. Io (…) nella mia vita pago anche il biglietto dell’autobus, pago le tasse e sono pure contenta… mi sono ritrovata in una situazione che non mi appartiene per fare un favore a voi e perché mi sono fidata di voi a non controllare le buste paga».
Il 25 novembre 2021 Buttiglione, in una telefonata da lei registrata e depositata agli atti dell’indagine con una perizia giurata, dice a Kunz D’Asburgo di essersi «pentita di non aver cambiato lavoro a ottobre, quando potevo, perché non mi sarei mai ritrovata in questa situazione. Sono un’imbecille, ma tra essere imbecille e essere consapevole di commettere un reato penale, se permetti c’è differenza… e tra l’altro qual è stata la mia convenienza nel mettermi in questa situazione tacitamente? Perdonami… io non ricevo, non ho ricevuto un sacco di cose, tra cui la cosa per me più importante, i contributi per la pensione».
E ancora, come un fiume in piena: «A me le vicende, le quisquilie dei soldi non mi interessano, ma questo è un reato penale… la situazione in cui io sono è così… e non sono sola in questa situazione. Eh, a me questa è la cosa che mi angoscia. Tu, l’altro giorno mi hai detto “il nostro rapporto di amicizia”… ma mi dovete chiamare voi e dirmi “Federica, ti proponiamo questa cosa…” e io avrei alzato la manina avrei detto… “No, grazie… anche no”».
Kunz d’Asburgo risponde
«Serenamente… io ero sicuramente… certo che tu eri al corrente di tutto, era una cosa tacita, dove non c’era nessun tipo…».
Bottiglione insiste: «Eh beh, e questo, e questo è un rapporto di fiducia… secondo te? Dove la gente non si dice le cose poi se io vado al Caf e lo scopro a me dite… “potevi venire da noi”, anche questo me l’ha detto la consulente del lavoro. Mandare le buste paga sei mesi dopo, è un reato, è un reato… solo che io tutte queste cose non le sapevo, perché io non è che vivo controllando cosa fa il mio datore di lavoro che stimo».