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Il crucifige di Shakira

Nel salotto buono di Cologno Monzese, quel Verissimo condotto dalla “first lady” Silvia Toffanin, è di scena Shakira, la regina delle popstar latino-americane.

Nel salotto buono di Cologno Monzese, quel Verissimo condotto dalla “first lady” Silvia Toffanin, è di scena Shakira, la regina delle popstar latino-americane.

Ballerina esperta nelle danze di derivazione araba, è una cantante che vale molto più oro di quanto pesa: 125 milioni di copie vendute e un patrimonio di 300 milioni di dollari.

Con una sola hit, Waka Waka, un milione e 700mila copie vendute nei soli Usa, ha impresso la sua voce nel popolosissimo mondo del calcio.

Shakira avrebbe una montagna di cose da raccontare, tra viaggi in tutto il mondo, personaggi conosciuti da vicino o ricordi d’infanzia di una bambina che a 5 anni ascoltava con passione musica araba e si faceva regalare dal padre una macchina da scrivere.

Ma da un anno si è fissata soltanto su un nome: Gerard Piqué. Che non pronuncia mai a Verissimo, ma intorno a cui gira ossessivamente.

La coppia Shakira-Piqué è scoppiata a giugno 2022, a quanto pare per le infedeltà con ragazze più giovani dell’ex calciatore, adesso legato a Clara Chia Marti, vent’anni meno di lei. Shakira non se ne è mai fatta una ragione.

«Ho dovuto raccogliere da terra i pezzi, ho dovuto ricostruirmi», confessa a Silvia Toffanin. «E la colla è stata la musica, un canale di espressione per elaborare i miei sentimenti, un mezzo per esorcizzare le emozioni intense con cui la vita a volte ti schiaccia. L’esperienza artistica è un modo per trasformare il dolore in qualcos’altro».

Perbacco, forse si accenna a un discorso serio, la catarsi, la sublimazione di freudiana memoria…

«La musica ha una funzione terapeutica, permette di trasformare il dolore in forza, la rabbia in creatività, le lacrime in diamanti. Gli alti e bassi capitano a tutti, le canzoni del nuovo album (Las mujeres ya no lloran, Le donne non piangono più) mi hanno aiutato a superare le difficoltà. Sono canzoni che non rappresentano solo me, ma in cui tante donne si possono identificare perché hanno attraversato esperienze e vicissitudini simili. Oggi sono più forte di un diamante, ma il processo di guarigione non finisce mai, ringrazio il pubblico che ha accolto i miei ululati di lupa ferita».

Adesso Shakira pare pronta a voltare pagina: «Ho tanti progetti, voglio andare in tour e ritrovare me stessa. Voglio occuparmi dei miei figli, sono una mamma di tutti i tipi: incombente, amica, sorella, docente, segretaria, cerco empatia e dialogo. Oggi noi mamme dobbiamo fare tutto, dall’autista al bodyguard».

Siore e siori, stimato pubblico, un applauso al siparietto di due multimilionarie che devono fare le autiste.

P.s: Shakira sta promuovendo il suo nuovo album. Ritrarsi come la povera moglie vittima ferita nei più profondi sentimenti sembra funzionare come strategia di marketing.

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