Chissà cosa contengono queste navi?
Secondo quanto riporta La Repubblica, una flottiglia russa molto speciale è entrata nel Mediterraneo e tra poche ore attraverserà il Canale di Sicilia. Sono tre navi militari salpate dal profondo Nord, con un carico bellico segreto e delicato. Due non sono state progettate per operazioni di trasporto: la loro missione abituale è quella di far sbarcare truppe e mezzi d’assalto. Adesso però, nello scenario di tensione mondiale, le mitragliere a tiro rapido e i missili a corto raggio di cui dispongono servono a ridurre il rischio di sorprese ostili e sabotaggi.
Non si è sicuri nemmeno nel Mediterraneo
Nelle ultime settimane Mosca sta prendendo misure di sicurezza straordinarie per il trasferimento di equipaggiamenti verso il porto siriano di Tartus, da cui poi spesso vengono smistati ai Paesi amici dell’Africa e del Medio Oriente. Anzitutto, evita il Mar Nero: preferisce allungare la rotta di diverse settimane piuttosto che correre il pericolo di finire sotto il tiro dei droni marittimi o dei missili a lungo raggio ucraini. Così le merci top secret ora partono dal Baltico, costeggiano tutta la costa atlantica della Ue e quindi superano le Colonne d’Ercole. Anche nel Mediterraneo, però, i cargo non vengono mai lasciati da soli, facendoli accompagnare da una scorta armata.
UNA PARTITA GLOBALE
Le prime a seguire queste nuove procedure sono state la “Ursa Major” e la “Sparta IV”, che per mesi hanno fatto la spola tra la Siria e la Crimea. La scorsa settimana invece sono uscite da Tartus e si sono dirette verso l’Atlantico, con la protezione della fregata “Grigorovic” che le ha tenute sotto lo scudo delle sue batterie missilistiche fino a Gibilterra. In passato i due grandi cargo – formalmente appartenenti ad armatori privati – sono stati fotografati dai satelliti mentre scaricavano sui moli del porto siriano batterie contraeree Sa300 e altri armamenti.
Ora in senso inverso si sono mosse tre unità partite dalla regione di San Pietroburgo, con una breve tappa a Kaliningrad. Si tratta del ”Ivan Gren”, una delle più moderne navi russe da assalto anfibio; del “Alexander Otrakovsky”, gemello delle quattro “Ropucha” affondate o danneggiate in Crimea dai missili di Kiev, e della petroliera Kola. Le loro stive sono state disegnate per ospitare carri armati, cingolati corazzati o cannoni semoventi: non sono l’ideale per trasferire container. E il loro via-vai nei mari testimonia come il Cremlino continui a giocare una partita globale, in cui oltre alle trincee dell’Ucraina mira a conquistare posizioni in altri Paesi e in altri continenti.