Il primo a immaginare un ponte sullo Stretto di Messina fu, nel 1840, Ferdinando II delle Due Sicilie, che abbandonò l’idea quando uno staff da lui incaricato gli espose i costi da sostenere, a suo giudizio insopportabili per le casse del Regno.
Da allora si sono avvicendati, progetti, governi dopo l’unità d’Italia, approvazioni e revoche: in tutti i suoi quattro mandati, l’ex premier Silvio Berlusconi ha strenuamente sostenuto la necessità dell’opera, senza mai riuscire a fare concretamente partire i lavori.
E siamo all’ennesimo, strombazzante annuncio: il 16 aprile, alle 11:00, è stata indetta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la conferenza dei servizi istruttoria, che dovrebbe dare il via ai passi per aprire i cantieri entro l’anno.
Nemo propheta in patria, ma noi di Dillinger dubitiamo di brindare al 2025 con una bottiglia di spumante edizione speciale “Ponte sullo Stretto”.
Ovviamente gonfia il petto il ministro Matteo Salvini, l’ultimo leader politico a rimontare su questo cavallo di battaglia di grande effetto propagandistico.
“Al tavolo della conferenza”, scrive in una nota il Mit, “sono invitati a partecipare tutti i ministeri e le amministrazioni statali interessati, le Regioni Calabria e Siciliana, i comuni, nonché gli enti gestori delle reti infrastrutturali (gas ed energia, ad esempio) destinatari delle eventuali interferenze. A tutti sarà messa a disposizione la documentazione progettuale, in modo da permettere la più ampia partecipazione e le valutazioni del caso”.
Angelo Bonelli dell’Alleanza Verdi e Sinistra mette il dito sulla piaga: «Quella in corso è solo una accelerazione elettorale per accontentare i capricci di Salvini, ma lui si sta rendendo responsabile di un disastro economico e ambientale nel silenzio di Meloni e Giorgetti. Al di là della nostra contrarietà al Ponte sullo Stretto, un’opera dal costo spropositato e dall’impatto ambientale pesantissimo sugli ecosistemi dello stretto, ci colpiscono i tempi e i modi con cui il Governo Meloni vuole dare il via a un’opera con un progetto vecchio di 13 anni, sul cui aggiornamento il comitato tecnico scientifico ha espresso 68 prescrizioni ed osservazioni che dovranno essere recepite nel progetto esecutivo».
Critico anche il comitato dei cittadini di Messina, “Invece del ponte”: «Apprendiamo dell’avvio della Conferenza dei servizi che verrà insediata il 16 aprile, appena due giorni dopo del termine assegnato per la presentazione delle osservazioni al progetto da parte di tutti gli interessati. E, secondo il ministro Salvini, “si tratta del primo passo operativo che segna l’inizio delle attività per la messa a punto dei cantieri entro l’anno”. Consigliamo di correggere il tiro: la convocazione della conferenza dei servizi non segna alcun inizio di attività per la messa a punto dei cantieri. Al contrario inizia l’attività di valutazione, discussione, integrazione ed eventuale, possibile, respingimento del progetto».
Interviene in burocratichese l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci: «L’avvio della conferenza di servizi per il prossimo 16 aprile rappresenta un ulteriore concreto passo avanti nell’ambito dell’iter approvativo volto alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Altrettanto importante è stata la comunicazione del ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica che, nei giorni scorsi, ha dichiarato la “procedibilità” per l’avvio della valutazione degli elaborati ambientali. Come programmato e comunicato la convocazione della conferenza è un atto conseguente all’approvazione da parte del consiglio di amministrazione della Stretto di Messina dell’aggiornamento del progetto definitivo dell’opera e alla contestuale consegna degli elaborati progettuali ai ministeri e alle Autorità competenti».
Questo nel 184esimo anno di discussione sulla mission impossible Ponte sullo Stretto.