Dopo il caso di Pioltello, si apre un nuovo capitolo, quello di Siena. Il rettore Tomaso Montanari ha detto: “Lo facciamo per solidarietà a Gaza. La stessa cosa accadrà anche venerdì 11 ottobre, in occasione del Kippur, a un anno dalla strage del 7 ottobre”. L’Università per Stranieri di Siena ha deciso di sospendere la didattica il prossimo 10 aprile. Questo “in segno di condivisione per la festa di fine Ramadan”.
L’atto firmato da Montanari
Nell’atto, firmato dal rettore Tomaso Montanari, viene sottolineato come la decisione sia stata presa “in segno di condivisione per la festa di fine Ramadan. E anche come visibile segno di solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza, in grandissima parte musulmana, sottoposta a un incessante, inaudito, massacro. Poi c’è un richiamo allo statuto dell’ateneo. Richiamo in cui si enuncia che l’Università promuove e favorisce “i processi di incontro, dialogo, mediazione fra persone con lingue e culture diverse. Nell’intento di favorire la civile e pacifica convivenza che nasce dal reciproco riconoscimento e dal vicendevole rispetto“. Quindi, l’università guidata da Montanari ha ribadito “la volontà di impegnarsi nella diffusione del plurilinguismo e del multiculturalismo. In sintonia con le linee dettate dalle Istituzioni europee e dall’Onu”.
Questo concetto che loro vogliono far passare sotto il nome di “pluralismo”, “rispetto” e “democrazia” altro non è che la sterile imposizione di una personale ideologia. Ricordiamo che lo stesso Montanari, nel momento in cui fu dichiarato il lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi, si rifiutò categoricamente di esporre la bandiera italiana a mezz’asta. Ognuno faccia ciò che ritenga più opportuno, ma non si dica che questa è una democrazia, perché accogliamo gli altri, rispettiamo i loro culti, poi a noi viene chiesto di togliere il crocefisso perché “potrebbe dar fastidio”.