Mancano 68 giorni al voto per le Europee e la lista degli eurodeputati che dovranno salutare Bruxelles è lunga. Gli equilibri politici, rispetto a 5 anni fa, sono molto cambiati. La Lega non è più quella che nel 2019 conquistò oltre il 34% e fece eleggere 28 eurodeputati. Infatti, questa volta, per Salvini si prevedono solo 7 eletti, motivo per cui il suo partito rischia un reset. Gianantonio Da Re, storico ultras della Lega veneta, è stato cacciato dopo le critiche al leader. Nessuna ricandidatura nemmeno per Marco Zanni, l’euroscettico presidente di Identità e democrazia, il primo ad annunciare che si ferma qui. Mentre Fratelli d’Italia non è più il piccolo partito del 6%: da 5 eletti dovrebbero diventare 23.
Gli altri uomini che salutano Bruxelles
- Anche Alessandro Panza, amico di Salvini da sempre, rinuncerà alla sfida.
- Idem Marco Campomenosi, già assistente a Bruxelles del Capitano.
- Nelle file di Forza Italia saluta Lara Comi, la cui carriera sembra essere stata stroncata dalla condanna a 4 anni e 2 mesi per il caso “Mensa dei poveri”.
- Bis complesso per Alessandra Mussolini, che dopo aver proclamato l’addio alla politica nel 2020 per dedicarsi ad altro, è rientrata a sorpresa a Bruxelles nel settembre 2022 al posto di Antonio Tajani, diventato ministro. La Mussolini può essere che si ricandidi, ma la sua elezione sembra difficile, visto l’alto numero di preferenze necessarie.
- Dino Giarrusso, ex Iena eletta con il M5S, lasciati i grillini ha poi tentato di entrare proprio nel Partito democratico, venendo però respinto. Ora dovrà trovare una nuova collocazione nello scenario politico o al di fuori di essa.
- Andrea Cozzolino, travolto dal Qatargate, si vede obbligato a lasciare la corsa.
- L’ex sindaco Giuliano Pisapia tornerà a Milano.
Stefano Bonaccini, invece, attuale presidente dell’Emilia-Romagna, sarà quasi certamente in pista per Bruxelles.
C’è da aggiungere un aspetto non di poco conto: ogni uscente che non sarà rieletto riceverà una cifra chiamata “indennità di reinserimento”. A che cosa corrisponde? Un mese (7.500 euro netti) per ogni anno trascorso al Parlamento europeo. Lasciamo a voi fare i conti.