Non è mai stata una signora Loredana Berté, di certo una “belva” assetata di eccessi. Ospite di Francesca Fagnani a Belve, appena ripartito con un bel 10,4 % di audience in grado di fare concorrenza alle Iene, la più rock tra le cantanti italiane fa il punto sulla sua vita spericolata. Björn Borg, la sorella Mia Martini, Renato Zero, botte da orbi ed escort tra le scatole: ne ha per tutti, Loredana.
Purtroppo, la sua sfortunata storia d’amore con l’ex tennista svedese ormai suona come un disco rotto, per quanto l’ha ripetuta e ne ha in fondo abusato in cambio dei riflettori puntati.
Stavolta però rivela un dettaglio inedito e a suo modo comico: «Borg mi ha regalato solo una crema. Pure scontata, l’ha comprata sull’aereo». Pare che il biondo dal rovescio a due mani micidiale abbia un po’ il braccino corto… Tranne che per il sesso e la droga, secondo Berté.
«La sua dipendenza dalla cocaina ha influito sul fatto che ci fossimo lasciati, a un certo punto della relazione preferiva la cocaina a me. Questa cosa non potevo accettarla».
Non mancano i rimpianti: «Quante gliene ho date… Se le ricorda ancora. Volevo dei figli, è un rammarico che ho dentro: speravo che fosse il padre dei miei figli.
«Borg mi ha preso di testa. Era gelosissimo, a Stoccolma non mi mandava nemmeno dall’estetista: la mia, da Milano, veniva in Svezia con aereo privato.
«Ma anche io ero molto gelosa: buttavo letti, divani, sedie, anche i suoi trofei dal balcone quando ero arrabbiata e magari non lo vedevo per 48 ore, senza sapere nulla. Ma questo senso di pericolo era molto eccitante».
Fino a che la luna ha bussato in un modo che ha scatenato la collera di Loredana: «Eravamo in Florida, in un hotel a a Palm Beach, lui aveva avuto un match di esibizione. Tornata in albergo vedo che prende il telefono e chiama il room service. Chiede due bitch, very bitch. Sono arrivate due, tutte vestite di pelle, con le fruste. Lui mi ha detto che dovevamo passare a un altro livello. Io ho chiesto: “Fare sesso con queste?” L’ho preso, l’ho gonfiato di botte e me ne sono andata».
Dalla furia alla commozione, Loredana dà il meglio di sé quando Francesca Fagnani le chiede della sorella Mia Martini, detta Mimì, morta la notte tra l’11 e il 12 maggio 1995 per arresto cardiaco da overdose di stupefacenti.
«Con lei rivalità mai», spiega Berté. «Io sono stata privilegiata ad avere come sorella Mimì. Se non l’avessi avuta, ci sarebbe stato un vuoto terrificante dentro di me, come quello che c’è da quando se ne è andata. Dirle una volta in più “ti voglio bene”, questo avrei voluto fare». Gesto disperato o incidente, quella notte del 1995? «Un incidente. Il mio telefono ha squillato tutta la notte e io non ho risposto perché pensavo che fosse una rottura di scatole. Mi pento amaramente. Non me lo sono mai perdonato. Potevo fare qualche viaggio di meno e cercare di starle vicino. Io non ho colto i segnali. Non mi sento bene, mi viene da piangere perché non posso rimediare». Abbassa la voce e si mostra emozionata anche pensando alla sua lunghissima amicizia con Renato Zero, che ha rotto con lei: «Mi manca molto… Dipende da lui».
Loredana Berté è famosa tra i suoi colleghi per le sue gaffes e per non avere paura alcuna di fare brutta figura. Un aneddoto che fa capire la sua simpatia e la sua incapacità di tenere a freno la lingua risale ai tempi della Ricordi, casa discografica storica con sede nella Galleria del Corso a Milano. Entrando negli uffici, dopo un corridoio si apriva un salone con un pianoforte a coda. Un giorno, seduto a suonare c’era Arthur Rubinstein, il più grande pianista del XX secolo, scomparso nell’82. Stava facendo una pausa e sbucciandosi un uovo sodo. Loredana entra alla Ricordi, lo vede, gli dà un buffetto sulla nuca e gli fa: «A’ nonne’, te stai a magna’ l’ovetto?». La giovane età e la modesta attitudine alla musica classica la perdonino…