Ogni volta che filtra una novità dall’inchiesta sull’eredità Agnelli, restiamo sbigottiti davanti a quella che sembra una faida di famiglia per spartire tra fratelli un patrimonio inverosimile che, secondo le accuse mosse dalla loro madre Margherita, non sarebbe spettato di diritto più a loro che a lei.
Inverosimile il patrimonio, verosimile il dolo. Lo scrivono i giudici del Riesame: “La frode è stata verosimile oggetto di dolo in capo a tutti i tre fratelli Elkann, i quali si è visto come fossero in ottimi rapporti con la nonna (Marella Caracciolo) e come ne conoscessero abitudini e problematiche di salute che rendevano prevalente la sua permanenza in Italia”.
“Dolosa consapevolezza”
“Di fronte al decesso della congiunta, è verosimile che abbiano avallato, con dolorosa volontà adesiva, le strategie già suggerite e realizzate con la fattiva consulenza di Gianluca Ferrero (commercialista di famiglia, anche lui indagato)”.
I magistrati, sia pure in sede cautelare, confermerebbero così l’ipotesi accusatoria della Procura. Aggiungendo che “non può pertanto escludersi ictu oculi (a colpo d’occhio, ndr) una dolosa consapevolezza in capo ad alcuno dei quattro coindagati”.
In 22 pagine il collegio del Riesame ripercorre l’intera vicenda in cui sono indagati i tre fratelli Elkann – John, Lapo e Ginevra – lo storico commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Robert Urs Von Gruninghem.
Ribadisce il fumus commissi delictis (sussistenza di indizi di colpevolezza, ndr) dell’impianto accusatorio formulato dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti.
La presunta residenza fittizia di Donna Marella
Il perno dell’inchiesta è la presunta residenza fittizia di Marella Caracciolo Agnelli in Svizzera: per i magistrati, la vedova dell’Avvocato avrebbe vissuto in Italia, almeno dal 2014, per la maggior parte del tempo, trasferendosi nella “seconda casa” elvetica solo nei due mesi estivi.
Il collegio sostiene di aver raccolto testimonianze di “persone a lei più vicine”, governanti o segretarie. I pm hanno sentito tredici dipendenti e alcuni hanno confermato “l’assoluta e incontestata permanenza in Italia”.
Il Riesame rileverebbe anche presunti maneggi per condizionare i lavoratori, “essendo emerso come essi siano stati loro malgrado divisi in due schieramenti e compulsati, prima della convocazione, da ambo i contendenti della causa civile”: causa che vede contrapposti Margherita Agnelli (figlia dell’Avvocato e Donna Marella) e i suoi tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann.
Truffato lo Stato?
Ai tre rampolli verrebbe contestata anche la presunta truffa ai danni dello Stato per il mancato pagamento della tassa di successione su un patrimonio di circa 900 milioni di euro, ereditato alla morte della nonna.
Il collegio del Riesame mette nero su bianco accuse pesanti: «Nel caso di specie il meccanismo fraudolento, di natura mista tra artificio (l’esterovestizione della residenza della de cuius – persona defunta, ndr), il raggiro (il tacere una circostanza essenziale, ossia che in realtà donna Marella risiedesse in modo prevalente in Italia) e la conseguente omissione di dichiarazione in Italia; quest’ultima è quindi l’atto finale di una più complessa e progressiva fattispecie truffaldina, non riducibile a un mero inadempimento conseguente alle frodi a monte escogitate”.