Il leader del movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein continuano a discutere. E già questo la dice lunga sull’ipotesi che campeggia da un anno e che tentano in ogni modo di far diventare reale, di un’alleanza tra i due. C’è da dire che quando c’è stato bisogno di fare il campo largo contro la Meloni non si sono mai tirati indietro. L’ultimo episodio in ordine di tempo riguarda le regionali in Abruzzo, in cui si sentivano forti del risultato ottenuto in Sardegna con la vittoria della Todde. Diciamo che è un’alleanza che dipende dal vento, a seconda se cambi o meno. Quello lo conosce benissimo la Schlein, che speriamo inserisca nel suo team, oltre a Damilano anche un meterologo. Perché questo vento cambia in modo un po’ particolare, ma se è contenta lei…Ora il nuovo fronte di discussione è Bari, la Puglia.
Le accuse di Conte alla Schelin
Giuseppe Conte è infatti furioso con la Schlein e l’intero Pd, si è stretto nei panni del paladino della legalità e non intende certo dismetterli nella sua Puglia: “Non possiamo assecondare per tornaconto elettorale le battaglie tra i capibastone locali del Pd. Pagheremmo un prezzo troppo alto, perché in gioco c’è la nostra identità”. Noi l’identità non è che l’abbiamo molto inquadrata, ma sarà certamente un errore di comprensione del testo o dei discorsi durante i comizi. “Se Elly Schlein vuole mantener fede all’impegno preso nel marzo del 2023, quando fu acclamata segretario al grido “libererò il Pd da capibastone e cacicchi”, troverà in me il più grande partner”. Come dire che in un anno non è riuscita a mantenere la promessa. Ma non era Conte che, nel marzo del 2019, aveva dichiarato “Non lavorerò a un altro governo, la mia esperienza termina con questo”?
Caro Conte, prima di farci lezioni di morale, ogni tanto un ripasso sulle vecchie dichiarazioni lo farei.