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Da infermiera a campionessa di pugilato, dallo sfratto alla lunga attesa per la cittadinanza italiana: la storia di Pamela Malvina Noutcho Sawa

Era una studentessa di infermieristica arrivata a Bologna col sogno di diventare medico e fare carriera. La boxe non sapeva nemmeno cosa fosse, l’ha scoperta durante un tirocinio in un centro di accoglienza per persone senza fissa dimora. Oggi Pamela Malvina Noutcho Sawa non è soltanto la campionessa italiana dei pesi leggeri ma ha conquistato pure la cintura europea Ebu Silver e con essa una chance per il più importante titolo continentale.

Riaperto il tempio dello sport bolognese

2400 persone hanno assistito e celebrato il ritorno del pugilato al PalaDozza, il tempio dello sport bolognese che per la prima volta ha aperto le sue porte per una contesa titolata femminile. È una vittoria sportiva ma anche sociale per Pamela che ogni giorno fa convivere il lavoro di infermiera al Pronto soccorso del Maggiore con gli allenamenti alla Bolognina Boxe, la culla di un modello vincente di sport popolare nei prezzi e nei valori. “Bologna meticcia” era uno dei grandi striscioni che hanno addobbato a festa il madison insieme a una enorme bandiera palestinese mentre nell’aria risuonavano i cori per i beniamini di casa (tutti vincenti) ma anche per richiamare l’attenzione delle istituzioni su temi come i diritti, il lavoro e la dignità.

Bologna la città in cui tutto è possibile

Dopo la vittoria contro la britannica Jordan Barker Porter al termine di dieci riprese sempre all’attacco, la gioia di Pamela si è espressa proprio attraverso queste riflessioni: «Quando sono arrivata a Bologna dieci anni fa l’ho vista come la città perfetta in cui chiunque avrebbe potuto realizzare i propri sogni, il posto in cui tutto è possibile. Riuscire a fare qualcosa di così grande e inaspettato dimostra che con l’impegno è davvero così anche se i tempi sono cambiati, il costo della vita è alle stelle e gli affitti sono inaffrontabili. Spero che quella Bologna che ho sognato non sparisca mai».

La palestra sfrattata e l’attesa per la cittadinanza italiana

La campionessa ha conosciuto da vicino tutte le difficoltà di questi anni superando insieme al maestro Alessandro Danè e alla famiglia della Bolognina Boxe uno sfratto, la ricerca di un nuovo spazio per ripartire con l’attività senza tradire mai il desiderio di dare a tutti una possibilità, senza pretendere abbonamenti a tre o quattro cifre. È una vita di lotta quella che Pamela ha affrontato anche fuori dal ring, vivendo in prima linea la pandemia e inseguendo per anni la cittadinanza italiana: quel sogno è stato coronato nel 2022 davanti al sindaco Matteo Lepore che si è complimentato pubblicamente con lei dopo il trionfo e il successo dell’evento.

Tutti gli sforzi sostenuti però l’hanno condotta al PalaDozza, al trionfo e alle lacrime di gioia e di orgoglio versate sul ring: «Ho visto la mia avversaria agguerrita — ha dichiarato — ma dovevo farle capire che questa è casa mia, non potevo perdere. In genere sono capace di concentrarmi solo sul match ma sentire i cori per me stavolta è stato particolarmente emozionante. Un sogno». In mezzo a centinaia di bolognesi c’era anche la sua famiglia guidata dal papà Raymond, il primo ad arrivare in Italia per studiare ingegneria.

Il tifo dell’Ausl di Bologna

I complimenti alla campionessa sono arrivati anche da Paolo Bordon, direttore generale dell’Ausl di Bologna: «Siamo molto soddisfatti per la nostra Pamela. Eravamo a tifare per lei, ci ha dato grande soddisfazione ed emozione». Il tempo dei festeggiamenti e del riposo però sarà breve perché sul calendario è già fissata una nuova data. Fra ottobre e novembre è ufficiale il ritorno al PalaDozza per mettere in palio una delle due cinture detenute da Pamela che durante la festa ha avuto anche un pensiero a tinte rossoblù: «Ho portato la città in Europa, spero che il Bologna sia spronato a imitarmi». Oltre al trionfo, l’evento di venerdì sera è stato un segnale forte sottolineato da Danè, responsabile della Bolognina Boxe: «Il pugilato è ancora vivo in città. Stavolta abbiamo superato le aspettative ma da qui ripartiamo. La prossima volta vogliamo riempire il palasport».

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.