L’idea dell’associazione studenti musulmani
Sospendere le lezioni in università in occasione della fine del Ramadan e anche per la festa di Eid al-Adha, nel mese di giugno. L’idea è dell’associazione studenti musulmani del Politecnico di Milano, che sta decidendo se proporla ufficialmente, alla quale potrebbero aderire altre associazioni di studenti musulmani in varie parti d’Italia.
Effetto domino
E’ già successo. Ben due volte. Una volta riguarda proprio il mondo accademico: l’Università per stranieri di Perugia ha già deliberato la sospensione della didattica per il 10 aprile, giorno della fine del Ramadan, e tra l’altro si è dichiarata intenzionata a prendere lo stesso provvedimento per l’11 ottobre, giornata della festa ebraica di Yom Kippur. Il secondo precedente: una scuola di Pioltello, frequentata da molti alunni musulmani, ha deciso la stessa cosa, generando polemiche molto dure.
E tutte le altre culture?
“Sospendere le lezioni per le festività musulmani per noi rappresenta un atto di rispetto e inclusione che riconosce e valorizza la diversità culturale e religiosa. Avere un giorno di vacanza ci permette di celebrare le nostre festività in modo adeguato, perché in ogni caso non andiamo a lezione e le classi rimangono vuote dato che ormai la componente musulmana è veramente grande anche negli atenei”, spiega il direttivo dell’associazione. E tutte le altre culture? Seguendo questa logica del “rispetto per le diverse culture” bisognerebbe aggiungere un giorno di vacanza per ogni festività di ogni religione.
Una contraddizione unica
“Promuovere la sospensione delle lezioni in queste occasioni non solo favorisce la coesione sociale, ma anche il rispetto reciproco e la comprensione interculturale, pilastri fondamentali di una società democratica e pluralista. Se riusciamo a fare questa richiesta all’ Ateneo è anche perché incoraggiati dalla presenza di una comunità musulmana all’interno del Politecnico che ha il diritto di essere ascoltata e dall’ambiente inclusivo, aperto e cosmopolita della nostra università”, si aggiunge. Ma la comprensione culturale – ad esempio nel caso di Pioltello – dov’è andata a finire per il resto degli studenti? Perché i ragazzi devono saltare scuola (e i genitori trovarsi in difficoltà) per una minoranza? Non è certo sopprimendo l’identità culturale la strada giusta per fare integrazione. E’ una contraddizione unica.
La Lega aveva avvisato, nessuno ha ascoltato
“Avevamo messo in guardia che sarebbe stato un precedente molto pericoloso, quello della scuola Iqbal Masih di Pioltello, e infatti così è stato”. È il commento di Silvia Sardone, eurodeputata della Lega, alla proposta dell’associazione del Politecnico. “L’imam Ali Abu Shwaima, presidente del centro islamico di Milano, si era permesso di bollare come medievali tutti coloro che dissentivano dalla resa culturale di Pioltello, auspicando una diffusione su tutto il territorio del blocco alle lezioni. Ci auguriamo che le sue parole non vengano prese alla lettera. Questo è il momento della verità: riuscirà l’Italia e in generale l’Europa a contrastare questi subdoli tentativi di cancellare le nostre tradizioni, simboli e radici?”, conclude Sardone: “Non è annullando l’identità che si fa integrazione”.