Home CRONACA Un disastro per i giovani per assenza di lavoro e formazione

Un disastro per i giovani per assenza di lavoro e formazione

Secondo i dati Istat niente istruzione o formazione per il 31% dei giovani tra i 18 e i 24 anni. Uno su cinque tra i 18 e i 21 anni non studia e non lavora Nel 2022, poco più di un terzo degli individui tra i 25 e i 64 anni ha partecipato ad attività di istruzione e formazione. Il tasso di partecipazione italiano è più basso di quello medio europeo di circa l’11%. Sono il 31,0% i 18-24enni che non partecipano ad alcun percorso di istruzione o formazione, contro il 20,2% della media europea.

I motivi dietro questa scelta dei giovani

Secondo l’Istituto nazionale di statistica il motivo principale sarebbe una mancanza di motivazione forte alla partecipazione. Quasi l’80% dei 25-64enni che non si formano non ha interesse a farlo e per gli altri sono spesso i costi elevati a frenare la partecipazione.
Nello specifico, per quanto riguarda i giovani tra i 18 e i 24 anni il tasso di partecipazione a attività formali, quelle cioè che rilasciano un titolo di studio o una qualifica professionale, è del 49%: ben 15,3 punti percentuali in meno rispetto a quello medio europeo (64,3%). Più basso rispetto a quello europeo è anche il tasso di partecipazione ad attività non formali.

Ma che quadro ci si prospetta? Quali saranno le future classi dirigenti con cui ci troveremo a lavorare e convivere? È un quadro molto pesante, che rispecchia quello che è l’Italia dei nostri ultimi temi. Il bel Paese, che tutti invidiano, ma da cui in molti fuggono per mancanza di prospettive.

A pesare sulla possibilità che i giovani escano da un percorso di istruzione e formazione è anche il livello di istruzione dei genitori: se i genitori hanno un diploma di scuola secondaria di primo grado il rischio di fuoriuscita è del 24%, mentre cala ad appena il 3% se uno dei genitori possiede un titolo terziario. E qui entra in gioco anche il ruolo cruciale della famiglia, quel nucleo da cui si prende ispirazione e che volente o nolente spinge all’emulazione. È il caso, forse, di fare una più ampia riflessione sul ruolo sempre più marginale che hanno i genitori all’interno della nostra società.

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