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Giustizia è stata fatta per Mario Cattaneo: assolto anche in appello l’uomo che sparò e uccise un ladro

La sentenza ha modificato l'assoluzione dalla formula "perché il fatto non sussiste" a "perché il fatto non costituisce reato". Il 73enne era accusato di eccesso colposo di legittima difesa per aver reagito dopo aver sorpreso l'uomo a rubare nel suo locale

Mario Cattaneo, l’oste 73enne di Casaletto Lodigiano (Lodi), accusato di eccesso colposo di legittima difesa, è stato assolto dalla Corte d’Appello di Milano. L’uomo, la notte del 10 marzo 2017, uccise con un fucile uno dei ladri che aveva sorpreso a rubare nel suo locale. La sentenza di secondo grado conferma quella del Tribunale di Lodi, modificando l’assoluzione dalla formula “perché il fatto non sussiste” a “perché il fatto non costituisce reato”.

La “giustizia fai-da-te”

L’accusa aveva chiesto tre anni contro la “giustizia fai-da-te” Il ladro si era introdotto nel cortile del suo ristorante nella notte tra il 9 e il 10 marzo. Cattaneo l’aveva sorpreso, aveva imbracciato il fucile e aveva sparato, uccidendolo. La pg Maria Vittoria Mazza aveva chiesto una condanna a tre anni stigmatizzando come “deleteria” una giustizia fai-da-te. L’avvocato di parte civile aveva chiesto un risarcimento di 300mila euro, mentre i difensori avevano domandato l’assoluzione.

Ma come funziona la legittima difesa in Italia?

L’istituto è contemplato all’art. 52 del codice penale italiano, che nella formulazione attuale recita:

“Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”. In altre parole, ci si può difendere, purché la difesa non superi l’offesa. Insomma, quell’uomo non avrebbe potuto sparare al ladro, in quanto non in pericolo di vita.

Forse, le cose stanno cambiando

L’argomento “legittima difesa” da sempre è al centro della discussione e della polemica di questo Paese: un tema molto divisivo, che vede da un lato chi per nessuna ragione legittimerebbe l’omicidio di una persona per autodifesa, e dall’altro chi premia chi lo fa. Nonostante la poca chiarezza del legislatore, poiché complesso stabilire la proporzionalità tra offesa e difesa, forse, le cose stanno cambiando. Sì, perché l’assoluzione di Mario Cattaneo segna che il codice penale italiano sta convergendo sempre di più verso la giustizia. Ed è un grande passo avanti.

Cattaneo: “La fine di un incubo”

“E’ arrivata la fine di un incubo”. Così Cattaneo ha commentato la sentenza, dicendo: “Dopo sette anni siamo riusciti ad arrivare alla fine e sono contento che la giustizia, nella quale ho sempre avuto fiducia, ha fatto il suo corso. Ho sempre avuto tanta paura, però non ho mai mollato, ho sempre reagito fino ad oggi. Ho rivissuto attimo per attimo tutti quei passaggi che si sono susseguiti e ho sofferto tanto. Adesso non ho più parole perché mi sento commosso”.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.