La televisione pubblica ha un passato glorioso a livello giornalistico, sia per giganti come Enzo Biagi, Sergio Zavoli o Jas Gawronski, sia per direttori di telegiornali come Bruno Vespa o Gad Lerner. Un po’ meno glorioso il presente. Spiace vedere come sia ormai diventata prassi mandare in onda gli stessi servizi su tre testate e collegarsi sempre con le stesse facce, mentre il ruolo dei corrispondenti sembra sulla via del declino.
Ora i giornalisti Rai sono in agitazione contro quella che viene definita “TeleMeloni”, ovvero una stretta sulla possibilità di contraddittorio col governo durante le trasmissioni. Hanno il diritto di avanzare le loro ragioni e invocare la par condicio: ci permettiamo di ricordare che avrebbero anche il dovere di dimostrare più mordente nel seguire casi di cronaca clamorosi come la strage di Suviano.
Il sindacato dei giornalisti Rai ha diramato questo comunicato, letto a reti unificate, per annunciare e motivare la protesta.
“La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla. Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode), verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo, gentili telespettatori, vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale”.
“Si respira aria di dittatura”: questi sono i commenti che popolano il web in seguito alla lettera letta dai giornalisti e scritta dal loro stesso sindacato. Una delle frasi recita: “La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono”. Il vero problema è che si aprono gli occhi solo ed esclusivamente quando lo si ritiene opportuno, quando è conveniente, quando è a favore delle nostre tesi. Da sempre la Rai è stata lottizzata e da sempre sono esistite manovre di potere dietro alle nomine dei vertici della TV di Stato. Che oggi ci si stupisca di uno scenario simile fa paura non tanto per la stupidità che aleggia attorno a queste persone, ma soprattutto per falso revisionismo storico e incapacità di comprendere la realtà in cui viviamo.