H&M e Zara sono al centro dell’attenzione per un rapporto pubblicato dalla ONG Earthsight. Sembra che il cotone brasiliano utilizzato dai colossi del fast fashion sia collegato alla deforestazione e al disboscamento illegale dei terreni, oltre che a corruzione e violenza nelle piantagioni di loro proprietà. Secondo quanto riportato dall’organizzazione no profit il cotone Better Cotton, certificato come sostenibile, e utilizzato dai due brand provenisse da due produttori, SLC Agrícola e Groupo Horita, sotto inchiesta da parte delle agenzie federali e statali in Brasile per corruzione e deforestazione illegale dal 2008.
Le due aziende sarebbero già state colpite in passato da multe per una serie di infrazioni. L’indagine sulla catena di approvvigionamenti messa in atto da Earthsight ha fatto emergere che la materia prima arrivasse ai gruppi del fast fashion attraverso fornitori asiatici; esaminando le immagini satellitari, le sentenze dei tribunali e i registri di spedizione sono state rintracciate 816mila tonnellate di cotone esportate direttamente dalle due piantagioni a otto produttori che hanno fornito H&M e Zara. Tra questi l’indonesiana PT Kahatex, la pakistana Interloop e il Jamuna Group del Bangldesh.
Il cotone dal Brasile
Il Brasile, oltre ad essere il secondo esportatore mondiale di cotone, produce il 42% del cotone certificato Better Cotton, di cui H&M e i marchi del gruppo Inditex sono i principali acquirenti. L’indagine ha messo in luce l’opacità delle catene di approvvigionamento della moda, oltre che l’affidamento alle certificazione per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità senza che ci sia una supervisione diretta sulla produzione delle materie prime.
Il cotone in questione era prodotto nel Cerrado, una regione famosa per la ricchezza della fauna e delle flora, secondo bioma più importante del Brasile. la zone dalla seconda metà del secolo scorso ha perso il 50% della sua vegetazione a causa dell’agricoltura industriale, accelerando notevolmente il tasso di deforestazione degli ultimi anni che, secondo. dati del governo brasiliano, è aumentato del 43% nel 2023.
La risposta delle aziende
Sia H&M che Inditex hanno voluto esprimere la propria opinione sul rapporto che le coinvolge nelle pratiche Better Cottona. “Accogliamo con favore l’impegno di Earthsight su questi temi e prendiamo estremamente sul serio queste accuse. Siamo in stretto contatto con il proprietario della certificazione Better Cotton, che ha avviato un’indagine approfondita sulle accuse specifiche”, ha dichiarato H&M in un comunicato. “Rimaniamo in stretto dialogo con BCI e altri stakeholder per identificare le esigenze di miglioramento dello standard e della sua verifica e accogliamo con favore l’opportunità di continuare il dialogo con Earthsight su questo tema”.
Inditex ha aggiunto: “Poiché la sostenibilità è un work-in-progress, collaboriamo continuamente con organizzazioni di certificazione e altre terze parti specializzate per migliorare la qualità di questi standard, i loro requisiti, i loro strumenti di tracciabilità e le politiche di conformità. Prendiamo molto sul serio qualsiasi informazione relativa a pratiche scorrette nell’industria tessile”. Chiedendo inoltre a Better Cotton di chiarire il processo di certificazione e i meccanismi di tracciabilità.
La normativa europea sulla sostenibilità delle aziende
La Direttiva sulla dovuta diligenza per la sostenibilità delle imprese (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) dell’Unione Europea, che dovrebbe responsabilizzare le grandi aziende nell’identificazione di potenziali violazioni dei diritti umani e dell’impatto ambientale lungo le loro supply chain, è stata accantonata poco prima del voto previsto per lo scorso febbraio, mentre na versione indebolita della legislazione dovrebbe essere approvata prima delle prossime elezioni europee di giugno.
Il Regolamento UE sulla deforestazione, che richiede la tracciabilità della luogo in cui i materiali sono stati prodotti, entrerà in vigore nel corso dell’anno, ma non riguarda il cotone.