Giusto qualche incertezza
Con moltissima fatica, il progetto del Ponte sullo Stretto muove i primi passi, ma non senza qualche incertezza accompagnata dai dubbi e dalle polemiche che da tempo ne contrassegnano l’iter. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha infatti chiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, proprio nell’ambito della valutazione del progetto: 155 riguardano la Valutazione di impatto ambientale (Via); 66 la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, protetti perché di interesse Ue; altre 16 riguardano l’insufficienza di documentazione sul Piano di utilizzo delle terre (Put), rispetto alla «verifica di ottemperanza 2».
“Risponderemo entro 30 giorni”, sicuramente
Di fronte alla marea di richieste, incredibilmente, l’ad della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, sembrerebbe non essersi scompsoto: «Sono assolutamente congrue, per l’entità e complessità dell’opera. La società ha sempre investito sull’ambiente. E nei 30 giorni previsti dal procedimento, insieme al contraente generale Eurolink, predisporrà tutte le integrazioni e chiarimenti richiesti». Insomma, a detta di Ciucci, «nessun passo falso, anzi un altro importante passo avanti per la realizzazione del Ponte». Proprio ieri al ministero delle Infrastrutture è partita la Conferenza di Servizi, con la singolare assenza del padrone di casa, il ministro Matteo Salvini.
Per Pichetto un inizio, per le opposizioni insomma
Minimizza pure il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ritenendo che la richiesta di integrazioni del suo dicastero contrassegni «l’avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale relativa all’opera». Di parere opposto le opposizioni, che leggono le richieste del Mase come un altolà, che «sconfessa clamorosamente Matteo Salvini, bloccando di fatto il progetto i cui lavori, secondo il governo Meloni, sarebbero dovuti partire entro l’anno con 12 miliardi di euro già stanziati», incalza il capogruppo del Pd in commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani. Gli fa eco il deputato di Avs Angelo Bonelli, che attacca il dicastero retto da Salvini : «La commissione del ministero dell’Ambiente ha demolito il progetto. Ma io chiedo ai Trasporti: esiste davvero un progetto o è quello di 15 anni già bocciato?». Ancor più critico M5s, che parla di un «macigno» sullo «spot di Salvini e Meloni».
Interessanti saranno le risposte
Sfogliando il documento del Mase – 42 pagine firmate dalla coordinatrice della “Sottocommissione Via”, Paola Brambilla, – si comprende quanti punti interrogativi circondino il possibile impatto dell’opera. Alla Stretto di Messina il Mase chiede di spiegare la compatibilità del progetto con gli aggiornamenti dei vincoli ambientali e paesaggistici e degli strumenti di pianificazione territoriale. Ancora, si richiedono un’analisi approfondita di costi e benefici dell’opera e un quadro di tutti gli interventi.
In concreto, il Mase lamenta che Stretto di Messina «non descrive il sistema di cantierizzazione, limitandosi all’elenco delle aree» e non abbia fornito informazioni sufficienti su gestione e smaltimento di terre e rocce da scavo. Ancora, al committente viene richiesto «un quadro aggiornato» delle «condizioni di pericolosità da maremoto» e delle stime sulla qualità dell’aria nella fase di cantiere e in quella di esercizio. In più, il Mase vuole dati completi sull’impatto delle opere sull’ambiente marino, sui corsi d’acqua superficiali, sulle acque sotterranee (citando in particolare l’area siciliana dei Pantani di Ganzirri), sul consumo del suolo, sui rischi di subsidenza e di dissesto, sugli effetti sulle attività agricole, sul rumore a terra e sottacqua, su vibrazioni e i campi elettromagnetici, sui rischi per biodiversità, flora e fauna, paesaggio e salute pubblica. Una mole di richieste, dunque. E sarà interessante leggere, fra un mese, le risposte della società.