Le piattaforme per adulti Pornhub, Stripchat e Xvideos sono ora soggette a una maggiore regolamentazione europea online, a seguito dell’entrata in vigore della legge sui servizi digitali (Digital Services Act, Dsa). Questi siti saranno obbligati a presentare valutazioni del rischio, adottare misure di mitigazione per affrontare i rischi sistemici legati alla fornitura dei loro servizi e rispettare vari obblighi di trasparenza, inclusa la pubblicità, offrendo accesso ai propri dati ai ricercatori. La Dsa impone obblighi più rigorosi per le piattaforme online molto grandi designate come tali.
Ce n’è anche per Twitter, TikTok e Zalando
Non solo Twitter, TikTok e Zalando, ma anche Pornhub e le altre due: e forse nulla più dell’obbligo di sottostare alla Dsa dà una misura di quanto sia diffuso il porno online. Le regole si applicano alle grandi piattaforme indicate ai sensi del Dsa quattro mesi dopo la notifica legale della loro designazione. Così le disposizioni aggiuntive per Pornhub e Stripchat entreranno in vigore il 21 aprile, mentre due giorni dopo per XVideos. Le piattaforme designate devono garantire spazi online più sicuri e trasparenti.
Identificare e affrontare in modo efficace i rischi sistemici, in particolare quando si tratta di mitigare i rischi per il benessere dei minori, l’amplificazione di contenuti illegali, i sistemi di raccomandazione, ecc. Nel caso dei tre siti porno in questione l’esecutivo europeo ha già sottolineato che verranno monitorati con particolare attenzione gli obblighi e le misure volte a protezione dei minori e per affrontare la diffusione di contenuti illegali.
Le tre piattaforme per adulti superano i 45 milioni di utenti mensili, chissà di quanto scenderà il dato
Pornhub ha dichiarato sul proprio sito 100 miliardi di video visualizzati all’anno, oltre 100 milioni di visite giornaliere e 36 miliardi l’anno. A fine gennaio stimava di avere ai sensi della Dsa 32 milioni di utenti attivi mensili, mentre Stripchat sul proprio sito ne indica 31,8 milioni (a febbraio 2023). Tutte e tre le piattaforme comunque secondo l’analisi della Commissione superano i 45 milioni di utenti mensili.
Le aziende che non rispettano i nuovi obblighi rischiano sanzioni fino a 6% del fatturato globale, ma si può arrivare anche alla messa al bando per i recidivi. La Dsa ha indicato le prime 19 grandi piattaforme ad aprile del 2023, chiedendo loro dal febbraio di quest’anno di essere pienamente allineate alla riforma. Il riassetto è andato quasi in parallelo alla legge sui mercati digitali Dma, pensata più a protezione del consumatore e delle aziende più piccole, mentre il Dsa punta a limitare gli illeciti online, le fake news, violazioni della privacy e a tutelare i minori.