La Terza guerra mondiale è iniziata
La Terza guerra mondiale è ufficialmente iniziata: senza armi e senza soldati. Si combatte con i social, con lo scopo di colpire l’economia del Paese attaccato. Pechino mira a Washington e ordina un doppio all’indirizzo degli Usa: ordina ad Apple di rimuovere WhatsApp e Threads di Meta Platforms dal suo App Store cinese per indefiniti «motivi per la sicurezza nazionale» e vara le prime misure antidumping a stretto giro dal proposito espresso dal presidente americano Joe Biden di triplicare i dazi su acciaio e alluminio made in China.
Il messaggio da Cupertino
«La Cyberspace Administration of China ha ordinato la rimozione di queste app dallo store cinese sulla base dei timori per la sicurezza nazionale – ha riferito la Casa di Cupertino in una nota, a conferma di quanto anticipato dal Wsj -. Siamo obbligati a seguire le leggi dei Paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo».
Problemi di sicurezza
WhatsApp e Threads sono disponibili, ha aggiunto Apple, e gli utenti cinesi possono scaricarle dagli store in altri Paesi con account iCloud locali. Insomma, ulteriori ostacoli. Oltre a non essere chiari i problemi per la sicurezza, resta il fatto che le due app sono bloccate nel Dragone dalla censura del Great Firewall dove è dominante WeChat di Tencent, ma possono essere usate solo con l’ausilio di una rete privata virtuale (vpn) o altri strumenti. Anche Telegram e Signal, altre due app di messaggistica straniere con forte criptatura, sono state rimosse dallo store, secondo le società di monitoraggio app Qimai e AppMagic.
L’intolleranza di Pechino
L’azione sulle quattro app, tuttavia, ha suggerito una crescente intolleranza da parte del governo cinese nei confronti almeno di alcuni servizi di messaggistica online stranieri che sfuggono al suo controllo, oltre che una crescente pressione su Apple per le attività in Cina.
Altri servizi di Meta tra cui Facebook, Instagram e Messenger sono rimaste disponibili per il download, insieme ad altri di aziende occidentali, tra cui YouTube e X. L’ordine, in assenza di spiegazioni ufficiali, potrebbe essere collegato alle nuove regole di registrazione dello scorso agosto e alla relativa pulizia disposta dalle autorità di regolamentazione cinesi sulla rimozione di molte app defunte o non in regola al primo aprile. Ma qualcuno ha anche letto la mossa come un segnale in vista della probabile stretta negli Usa su TikTok, la piattaforma video di proprietà cinese.
Un film già visto
L’anno scorso, Apple ha dovuto ritirare una serie di app simili a ChatGPT, quando Pechino era al lavoro sulle normative locali «per assicurare servizi sicuri» di intelligenza artificiale generativa (IA). Quanto all’antidumping, da sabato sull’import dagli Usa di acido propionico si dovranno pagare dazi aggiuntivi alle Dogane cinesi, ha riferito il ministero del Commercio, annunciando le conclusioni dell’indagine iniziata lo scorso luglio per punire le «importazioni sottocosto di prodotti chimici» chiave.
L’acido propionico è un prodotto chimico essenziale per conservanti alimentari, agenti antifungini, erbicidi e intermedi farmaceutici. Ma non sono solo gli Usa a essere finiti nel mirino di Pechino: i dazi antidumping sono stati decisi per 5 anni anche sui policarbonati di Taiwan. Entrano in vigore a un mese dall’insediamento del 20 maggio alla presidenza dell’isola di William Lai, l’esponente del Partito democratico progressista definito dalla Cina un «piantagrane» e un «sostenitore dell’indipendenza».