La strabionda Alessia Marcuzzi sarà la spalla di Carlo Conti alla cerimonia di premiazione dei David di Donatello, in programma il 3 maggio. Ottima occasione per guadagnarsi un’intervista al Corriere della Sera e parlare della sua straripante passione per il cinema.
La showgirl per mancanza di balletti si avventura in ipotesi al limite del surreale. «La mia attrice preferita è Monica Vitti», spiega. «Ogni tanto qualcuno dice che fisicamente le somiglio. La bionditudine, la voce afona…».
Il ricordo del primo film visto
«E.T. al Drive In, il cinema all’aperto a Casal Palocco, dove vivevo. Avevo 12 anni, per tanto tempo ho desiderato di volare con la mia bici e quel mostriciattolo nel cestino. Casal Palocco, come dice Nanni Moretti in Caro Diario, rimanda ai cani dietro ai cancelli, alle pizze nei cartoni, all’odore di tute indossate al posto di vestiti. Mio nonno aveva tre figlie a cui acquistò lì una casetta ciascuna».
Il suo caro Nanni Moretti e le sabot
«Adoro il suo realismo e la sua ironia. E poi anche lui, come me, odia i sabot, le scarpe chiuse davanti e aperte sul tallone».
La parte nel film Il mio west di Giovanni Veronesi nel 1998.
«Sono la maïtresse del bordello, amante di Harvey Keitel, mentre David Bowie mi violenta e uccide. Avevo 26 anni, mi sentivo in Paradiso. Non è da poco essere ammazzata da David Bowie.
«La sua presenza metteva a tutti una tensione incredibile, spaventava già prima del suo arrivo. Era educato, sempre vestito da cowboy, anche quando non doveva girare. Con Keitel siamo diventati amici, mi ha fatto un sacco di complimenti e mi ha consigliato di seguire i corsi di recitazione all’Actor’s Studio.
«Non l’ho fatto perché ho incontrato il papà di mio figlio Tommaso (Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter). Ma io da quando ero piccola sognavo di diventare attrice. Da piccola in salotto davanti ai miei facevo le imitazioni di Ornella Vanoni e del salotto di Maurizio Costanzo.
«Volevo essere pagata, papà mi devi dare un soldino. Li sfinivo con spettacoli che duravano quattro ore. Ti pago se la smetti, diceva mio padre».
Sul set completamente nuda, come Kasia Smutniak nel film Loro?
«Mhhh, aspetto che me lo chiedano Sorrentino e Lanthimos, il regista di Povere creature».
Braccia rubate all’Actor’s studio, per colpa di Harvey Keitel e Simone Inzaghi. Un talento sprecato all’Isola dei famosi. E comunque, un’apparizione spogliata in un film di Sorrentino sarebbe un bis tridimensionale del calendario per il mensile Max del 1998, stesso anno del film il mio West…