Chiara Ferragni avrebbe bisogno di sei milioni di euro. Solo leggendo questa frase ci chiediamo se siamo su Lercio, ma no. E no, non è nemmeno un pesce d’Aprile, non siamo dentro 1984 di George Orwell o in un altro capolavoro fantascientifico. Siamo nel 2024, e sembra che la ricchezza di Chiara Ferragni se ne sia andata insieme all’anno passato. Del resto il periodo del pandoro gate è riferibile più o meno a quel lasso di tempo.
Le necessità economiche della Ferragni
Questa necessità si è palesata dopo il calo dei ricavi della la società Fenice srl, che possiede il suo marchio. Per ottenere nuovi finanziamenti, l’influencer potrebbe scegliere di espandere la base azionaria con nuovi soci. I danni d’immagine legati al caso Balocco e ad altre situazioni di beneficenza contestate non sono ancora quantificabili, ma i danni economici cominciano ad essere evidenti. In passato, le aziende si contendevano la possibilità di ottenere un suo post sponsorizzato su Instagram, ma ora i ricavi si sono quasi azzerati. Inoltre, la struttura aziendale comporta costi significativi, tra cui il mantenimento dei 30 dipendenti. I consulenti che ha assunto le dicono di prepararsi a perdite comprese tra 1 e 3 milioni di euro nei prossimi tre anni.
Secondo Il Messaggero, alla Ferragni è stato suggerito di raccogliere nuovi fondi di equity, per un valore di 5 o 6 milioni di euro. Peccato che sembri difficile riuscire a ottenere questa cifra dagli attuali soci. Ciò renderebbe quindi necessaria la ricerca di nuovi investitori. Secondo il quotidiano, qualche giorno fa, tre avvocati dello studio Gop (Luigi Maranghini Garrone, Emanuele Panattoni, Piero Fattori) hanno tenuto una videocall con altri esperti per esaminare i conti e le prospettive dell’azienda Ferragni. La Fenice srl è controllata dalla società di investimenti Alchimia di Paolo Barletta e Lorenzo Castelli, che detiene il 39,9% delle azioni. La cassaforte dell’influencer, Sisterhood, ne possiede il 32,5%i, mentre Esuriens, appartenente alle famiglie Morgese e Barindelli, ha il 13,7%. Il resto delle azioni appartiene a Ni srl di Pasquale Morgese. A giugno 2023, l’azienda aveva una valutazione di 75 milioni di euro, ma poi sono emersi problemi legali.
La fuga delle aziende dalla Ferragni riguarda anche Coca Cola e Safilo che hanno interrotto i rapporti con lei. La perdita di ricavi al momento si aggirerebbe intorno al 40%. Per cercare di salvare l’azienda in difficoltà, tra i nuovi potenziali investitori si parla di Francesco Trapani di Vam Investment o Marco Bizzarri, ex amministratore delegato di Gucci e ora proprietario di Nessifashion.