Antonio Angelucci, imprenditore con la licenza media, controlla il Gruppo San Raffaele, monopolista nella Sanità, e tramite la Tosinvest opera nell’immobiliare e nell’editoria.
Suoi sono i quotidiani Il riformista, Libero, Il giornale e Il Tempo. Eletto per la prima volta deputato nel 2008, nelle liste del Popolo delle libertà, viene riconfermato nelle successive legislature, con Forza Italia e, alle ultime elezioni politiche, con la Lega.
Nel suo primo mandato parlamentare, Angelucci conquista il “podio” dell’Onorevole con il minore tasso di produttività in assoluto, occupando il 630º posto su 630 nella classifica, con 101 presenze su 24 735 (0,46% di presenze contro il 99,54% di assenze).
Angelucci ha affrontato vari procedimenti giudiziari, per presunte tangenti e truffe. È stato condannato in primo grado nel 2017 a un anno e quattro mesi per tentata truffa e falso in relazione a finanziamenti pubblici ottenuti per Libero e Il riformista.
Adesso si riparla di Angelucci alla Commissione europea, dove si esamina l’ipotesi di una sua acquisizione dell’Agi, seconda agenzia di stampa per importanza in Italia.
L’eventuale cessione di Agi dovrà essere valutata nel quadro del Media Freedom Act.
Media pilastro fondamentale della democrazia
Durante il consueto briefing quotidiano con la stampa, il suo portavoce Christian Wigand spiega: «Abbiamo visto i resoconti della stampa, per ora sembra che ci siano molte speculazioni ma nessuna informazione chiara: tuttavia, ribadiamo che i media indipendenti sono un pilastro fondamentale della democrazia europea nel loro ruolo di cani da guardia dell’opinione pubblica che chiamano a rispondere delle loro responsabilità chi detiene il potere.
«La nuova disciplina, prosegue Wigand, «consentirà una valutazione delle concentrazioni del mercato dei media, che potrebbero avere un impatto significativo sul pluralismo dell’informazione e sull’indipendenza editoriale».
Valutazione che verrà effettuata attraverso «test sul pluralismo dei media» e un controllo sui fornitori dei servizi.
«L’ultima Relazione sullo Stato di diritto ha rilevato comunque che il quadro giuridico che regola il settore è solido ed efficace e che l’ente regolatore dei media è indipendente e dotato di risorse adeguate».