Altre ammissioni e altri interrogatori. Davanti al giudice per le indagini preliminari, gli ultimi quattro agenti della Polizia penitenziaria arrestati nell’inchiesta della Procura su maltrattamenti e torture nel carcere minorile Beccaria, hanno raccontato l’orrore maturato in un “inferno” in cui loro stessi vivevano, al punto da aver considerato liberatorio il loro arresto.
Le parole degli agenti
Alcuni degli agenti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, altri invece hanno ammesso tutto, ma anche cercato di spiegare un “burnout” dovuto a condizioni di lavoro privo di riposi, ferie o straordinari riconosciuti. Oltree alla costante immersione in un clima di violenze. “Non sapevo cosa fare”, ha confessato un agente tra le lacrime, accusato di aver assistito alle terribili aggressioni contro alcuni minorenni ospiti della struttura. Un altro agente ha detto: “sapevo di essere ripreso dalla telecamera quando picchiavo e torturavo, ma volevo che finisse. Per me l’arresto è stato un sollievo”. Molti avvocati hanno chiesto misure alternative al carcere, ma c’è anche chi, vergognandosi di quanto commesso non ha chiesto i domiciliari a casa dei genitori.
Che si debba provare compassione per delle persone che ammettono il loro stato di coscienza nel momento in cui commettevano delle nefandezze è folle. Questo però è l’ennesimo episodio che ci spiega in modo crudele e feroce il fatto che il sistema carcerario italiano sia al collasso. Donne maltrattate, persone bastonate con ecchimosi ovunque. È questa la “riabilitazione” che merita chi sbaglia?
Quasi tutti gli agenti hanno parlato assenza di formazione nel trattare i minori e una mancanza di comandi dall’alto. Beh, mi sembra logico che se uno non sa cosa fare o non ha dei corretti comandi dall’alto cominci a picchiare dei minori che avranno traumi per il resto della loro vita, altro che burnout. E comunque è proprio sulle eventuali responsabilità degli ex vertici che si focalizza l’attenzione della procura: la prossima settimana si procederà con lo studio degli atti e con eventuali audizioni di educatori e medici, mentre il gip passerà a interrogare gli otto agenti sospesi dal servizio. Dagli interrogatori degli arrestati, che hanno mostrato un atteggiamento collaborativo, è emerso anche che negli anni il personale della Penitenziaria al Beccaria “si era dimezzato, perché nessuno voleva lavorare all’inferno”. SI SVEGLIERÀ MAI IL NOSTRO PAESE?