Il concertone del Primo Maggio, per la prima volta in scena al Circo Massimo di Roma, inizia sotto la pioggia, con diversi problemi tecnici a rendere faticosa la partenza e fa subito capire quale direzione prenderà: Ermal Meta, presentatore insieme a Noemi e Big Mama, per consentire ai tecnici di risolvere l’impasse, prende la chitarra e canta “Hallelujah” di Leonard Cohen. Una performance chitarra e voce non prevista, che magicamente fa comparire il sole tra gli applausi e i sorrisi del pubblico.
C’è chi sul palco può e chi non può
Dicono che il sole baci i belli, e in quel caso il sole colpiva Ermal Meta ma non per la bellezza – quelli sono gusti – ma perché la luce bacia chi sul palco sa davvero starci: è questo il vero filo rosso della lunga maratona musicale che presenta tanti nomi, ma non tutti davvero centrati dal punto di vista live.
Prima la voce, poi le parole carine
Perché vanno bene i messaggi, gli appelli, le parole, alcune anche un po’ retoriche, lo spirito del concertone d’altronde è questo, ma i cantanti e gli artisti sono lì per fare in primis il loro mestiere, e dovrebbe essere fatto al meglio, anche per onorare quel palco e quello che rappresenta.
Morgan, con il suo inedito “Rutti” e il monologo contro la “politica che non tutela gli artisti”, prova a prendersi tutta la scena e i riflettori della giornata, ma le esibizioni che fanno veramente centro sono quelle di chi trasmette forza, tecnica, intensità, emozione o dolcezza, interpretando le proprie canzoni nel migliore dei modi. La rabbia di gruppo dei Cor Veleno, l’ironia sensuale di Ditonellapiaga, l’eleganza sonora dei Santi Francesi e di Malika Ayane, il carisma del giovanissimo Olly, il vintage di Mille, il fuoco rock di Motta, accompagnato da una super band in cui svetta anche Roberta Sammarelli dei Verdena, la sua è la migliore esibizione della prima parte della manifestazione: questi gli artisti che accendono l’inizio della kermesse. Diversi, invece, in maggioranza, gli impreparati: qui l’elenco delle esibizioni.
Vista la situazione Rai, poteva andare peggio
Un Primo Maggio che, anche visto il clima non semplice in cui si ritrova la Rai in questi ultimi tempi, evita polemiche e schiva le bucce di banana più pericolose, puntando sulle canzoni e gli ospiti. Rose Villain, che renderebbe ancora di più con una band e che invece si presenta sola, il pop pensante de La Rappresentante di Lista, Achille Lauro, con il suo caos grezzo, Geolier, che sta migliorando molto sul fronte live, gli arrangiamenti sontuosi di Colapesce e Dimartino, il mondo sonoro senza confini di Mahmood, il karaoke di Ultimo, l’elettronica sudata e politica di Cosmo in chiusura: queste le istantanee e gli altri nomi che meritano una menzione perché spiccano nel secondo blocco. Nota positiva: “rutti”, per citare il brano ironico e pungente di Morgan, fortunatamente non ne abbiamo sentiti, ma il livello complessivo non è stato alto.