“Questo è veleno per topi. Sa perché? Quando ci fumiamo le canne post lavoro sui gradoni in piazza Croce Rossa, arrivano panteganoni grossi così. A Milano girano topi così grossi che abbiamo gettato il veleno”: questo il modo in cui Alessandro Impagnatiello si rivolge ai carabinieri del commissariato di Senago il 28 maggio 2023. Svuotando il suo zaino era spuntato il topicida. Topicida con cui poi si è scoperto che avvelenava la povera Giulia Tramontano da mesi. Quel veleno che, all’insaputa della sua compagna incinta al settimo mese, le faceva ingoiare di nascosto nascondendolo nelle bottiglie d’acqua.
Tra pochi giorni sarà l’anniversario della morte di Giulia Tramontano. In quest’anno si è aperto il processo per Alessandro Impagnatiello con l’accusa di omicidio volontario: rischia una condanna all’ergastolo.
IL VIDEO CLAMOROSO DI IMPAGNATIELLO
Si vede prendere in mano abiti, indumenti sporchi, guanti in lattice blu e una busta contenente il veleno per topi. Dai successivi accertamenti medici sul corpo di Giulia sono infatti state trovate tracce di bromadiolone nel sangue e nei capelli, così come nel feto che portava in grembo. Le analisi hanno evidenziato che nel fegato di Giulia Tramontano erano presenti 9,15 nanogrammi per ogni grammo di veleno e la placenta avrebbe fatto da scudo al piccolo Thiago. Nei tessuti è stata trovata una quantità di 0,29 nanogrammi. Nelle due bustine invece da 20 grammi che i carabinieri avevano sequestrato ad Impagnatiello erano contenuti solo 0,5 milligrammi di veleno.