Il vero protagonista di quest’edizione dei David di Donatello è il giornalista Vincenzo Mollica, da tempo molto malato e accolto sul palco da un’ovazione del pubblico.
Io capitano di Matteo Garrone conquista la statuetta come miglior film, pioggia di premi su Paola Cortellesi e il suo C’è ancora domani: lei, forse per l’emozione, tenta una battuta di spirito, parlando del suo esordio alla regia «alle soglie della menopausa».
Ma tanto ormai le si perdona tutto, simbolo del cinema intellettualmente schierato, però ben poco affine a una Monica Vitti o a una Mariangela Melato.
Garrone, ricevendo il premio alla regia, sottolinea il senso di «un film che nasce dalla voglia di ascoltare e raccontare quella parte di viaggio che nessuno vede mai». I due protagonisti Seydou e Moussa ringraziano gli italiani e tutti quelli «che salvano i migranti in mare».
Elio Germano, miglior attore non protagonista per Palazzina Laf: «Non possiamo fare a meno di lottare, io e Riondino (statuetta come miglior attore protagonista, ndr).
«Questo è un film molto attuale che parla di lavoro, tema che sembra dimenticato oggi dal cinema, e di Taranto violentata dal profitto. Sono tante le persone ci hanno raccontato le loro palazzine Laf».
Paola Cortellesi, ricevendo il David del pubblico, commenta: «Non mi piace che li si consideri una massa di estranei, anonimi spettatori. Ringrazio i 5 milioni di spettatori che hanno fatto il gesto eroico di andare al cinema». Miiiii, che retorica…