Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida vara un decreto di aiuti al settore che limita le installazioni di pannelli solari: sui terreni coltivabili dovranno essere sollevati da terra. «Dopo quattro anni, poniamo fine alla installazione selvaggia di fotovoltaico a terra, ovviamente con grande pragmatismo». Ma l’agrivoltaico è considerato invece strategico dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, per sviluppare le fonti rinnovabili in Italia, che alla presentazione della nuova regolamentazione l’ha definita «non condivisa».
Gli impianti potranno anche essere realizzati in cave e vicino ad autostrade. Confermati anche i progetti previsti dal Pnrr e quelli che hanno già presentato l’istanza per la realizzazione.
«Dopo quattro anni, poniamo fine alla installazione selvaggia di fotovoltaico a terra, ovviamente con grande pragmatismo», spiega Lollobrigida. «Abbiamo scelto di limitare ai terreni produttivi questo divieto, quindi nelle cave e nelle aree interne ad impianti industriali si potrà continuare a produrre queste agroenergie.
«Il tutto a salvaguardia dei piani Pnrr che non intendiamo mettere in discussione in alcun modo. Le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’installazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra».
Il ministro così accoglie le istanze di Coldiretti. Però il Mase a febbraio aveva varato un decreto che stanzia 30 milioni all’anno per vent’anni per questo settore. L’obiettivo è arrivare a oltre 1 Gigawatt di potenza installata già nel 2026.
Pichetto, letta la bozza del decreto, ha fatto subito sapere che il divieto dell’agrivoltaico «non era condiviso». Dalla fine della scorsa settimana, è partita una trattativa fra i due ministeri per arrivare a un compromesso, poi raggiunto nel Consiglio dei ministri.
«Rafforziamo il ruolo del commissario per la siccità Nicola Dell’Acqua, che ha predisposto un piano straordinario e lo autorizziamo a svolgere gli interventi di urgenza per riuscire a efficientare il sistema idrico italiano», dichiara Lollobrigida riguardo al decreto varato in Cdm.
«Serve una pianificazione per affrontare in termini infrastrutturali una criticità ormai ciclica: la siccità non è un’emergenza, ogni cinque anni circa colpisce in modo devastante il nostro territorio, in questo caso la Sicilia ma è capitato ad altre regioni. Con il cambio climatico gli effetti rischiano di aumentare».
Su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il Governo ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per 12 mesi, per il grave deficit idrico in Sicilia.
«Diamo la possibilità di ampliare il ruolo di guardia venatoria alle associazioni legittimate allo svolgimento dell’antibracconaggio e del controllo dello svolgimento regolare di tutte le attività previste per legge», annuncia Lollobrigida.
«Questo ampia lo spettro delle associazioni che potranno avere, con una certificazione che deve essere data a coloro che svolgono questa funzione, il controllo in particolare dell’antibracconaggio, che è l’elemento sul quale auspichiamo si muovano le guardie che hanno questo tipo di configurazione».