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Giornaliste Rai minacciate per non aver partecipato allo sciopero: in Italia se lavori ti massacrano

Lunedì 6 maggio in casa Rai è avvenuto uno sciopero generale. Tuttavia alcune giornaliste, del Tg1 in particolare, hanno deciso di non aderire. E questa mossa, apparentemente da stimare, a qualcuno non è andata bene

GIAMPAOLO ROSSI RAI

Lettere minatorie e aggressioni violentissime via social

“In queste ore ci sono state alcune giornaliste della Rai, del Tg1 in particolare, che non hanno aderito allo sciopero, tra cui la giornalista Laura Chimenti che ha letto le edizioni del Tg1 che sono state oggetto di aggressioni violentissime e di minacce di morte persino sui social. Mi piacerebbe che la Commissione esprimesse la sua solidarietà nei confronti delle giornaliste che hanno deciso di lavorare e che invece stanno subendo un’aggressione per il clima che si è venuto a creare per questo sciopero esagerato”. L’ha fatto sapere il direttore generale Rai Giampaolo Rossi nel corso dell’audizione in Vigilanza, a proposito dello sciopero di lunedì 6 maggio.

Il minimo è la solidarietà

“Auspico – ha aggiunto Rossi – che la Commissione esprima solidarietà alle colleghe che il giorno hanno deciso di lavorare”.

Interviene anche Roberto Sergio

“A proposito delle colleghe che sono state oggetto di violenza sul web, sottolineo che molto spesso tali attacchi sono alimentati anche da alcune irresponsabili dichiarazioni che vengono fatte. Tutti noi ci dobbiamo attenere a un codice di comportamento per evitare estremizzazioni. Bisogna essere più cauti quando si dicono le cose e bisogna fare attenzione a fare nomi e cognomi perché si può fare male. Esprimo la solidarietà di tutta l’azienda Rai a queste colleghe”. L’ha detto l’amministratore delegato Rai, Roberto Sergio, in audizione in commissione di Vigilanza, a proposito degli attacchi via web alle giornaliste che hanno condotto i tg nel giorno di sciopero il 6 maggio scorso.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.