Il 9 maggio verrà sicuramente ricordato dall’università Sapienza come una giornata lunga, intensa e passionale, ma ancor di più dagli studenti e dalle studentesse romane. E’ iniziata con l’allarme bomba nella facoltà di Sociologia a via Salaria, proseguita con la contestazione alla ministra Eugenia Roccella durante gli Stati Generali della natalità e finita con l’occupazione di un’aula a Scienze Politiche. Nel mezzo, le ormai abituali polemiche a distanza tra la rettrice Antonella Polimeni e i collettivi studenteschi pro-Palestina.
Ma andare in classe a studiare no? Così, giusto per cambiare un po’ aria.
Ormai è l’ordine del giorno
Ormai la tensione nel movimento studentesco romano è all’ordine del giorno. è fuori controllo. Si va dai pro-Palestina ai pro-aborto, dagli universitari ai liceali, dai collettivi più radicalizzati alle associazioni più “istituzionali”, ma comunque in polemica su alcuni temi che riguardano la vita universitaria e non solo. Il 9 maggio a partire dalle prime ore del mattino è successo un po’ di tutto. A partire da un allarme bomba.
Davvero un bello scherzo complimenti
Alle 9.45 di giovedì arriva una telefonata alla portineria della facoltà di Sociologia della Sapienza, vicino piazza Fiume: “C’è una bomba”. Scatta l’allarme, arrivano gli artificieri che setacciano aule e corridoi, dopo aver fatto evacuare studenti e personale docente e non docente. Dopo un’ora e mezza l’allarme si rivela falso: nessuna bomba. Uno scherzo di pessimo gusto sul quale si presume ci saranno degli approfondimenti.
Da Cambiare Rotta, organizzazione studentesca tra le più accese nel contestare le politiche di Sapienza soprattutto in merito al conflitto israelo-palestinese, nel pomeriggio del 9 maggio attacca la rettrice Antonella Polimeni: “Condanna le bombe fantasma ma non le reali bombe israeliane. Ci preoccupa l’ingiustificata reazione della rettrice, che dopo la notizia dell’evacuazione di sociologia ha ritenuto necessario esprimersi condannando genericamente “ogni atto di violenza”.
Solo due giorni fa un gruppo di sionisti si è permesso di vandalizzare la targa di Fisica in memoria del rettore e fisico dell’università Islamica di Gaza, Sufyan Tayeh e nessuna parola è stata detta”.
La contestazione al ministro Roccella
Poi, la tensione e le proteste si sono trasferite altrove, all’Auditorium Conciliazione. Ieri e oggi, 10 maggio, sono in corso gli Stati Generali della natalità, convention arrivata alla quarta edizione che gode del patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale e Forum delle Associazioni Familiari.
Alle 9 era previsto l’intervento d’apertura con la ministra Eugenia Roccella, ministro per la natalità, la famiglia e le pari opportunità. Quasi subito, mentre iniziava a parlare sul palco intervistata da Gigi De Palo, un gruppo di universitari (quasi tutte ragazze), hanno iniziato a contestarla esponendo cartelli che componevano la frase “Decido Io” e urlando “Vergogna”.
Una portavoce dei contestatori è stata fatta salire sul palco per leggere un comunicato, ma le grida contro Roccella sono continuate e così la ministra ha deciso di interrompere la sua presenza e lasciare il palco. Nelle ore successive sono state numerose le dichiarazioni di sostegno, solidarietà per la ministra e condanna verso chi l’ha contestata impedendole di parlare.
L’occupazione a Scienze Politiche
Nel tardo pomeriggio, infine, dopo un’assemblea convocata nell’aula A di Scienze Politiche per discutere di quanto accaduto agli Stati Generali della natalità, i vari collettivi coinvolti hanno chiamato tramite i social alla partecipazione, che si è tramutata in un’occupazione dell’aula.
“Per un altro genere di occupazione” è lo slogan utilizzato per lanciare la protesta, coordinata da “Zaum”, “Aracne” e varie altre organizzazioni. Circa 300 ragazze e ragazzi hanno preso parte all’occupazione, che si è sciolta nella mattinata del 10 maggio. Sul posto le forze dell’ordine che già in giornata erano presenti con una camionetta in piazzale Aldo Moro.
Oggi, a partire dalle 9.30, un’altra manifestazione è stata convocata a piazzale degli Eroi per contestare gli Stati Generali della natalità: “Parole d’ordine di piazze e cortei quest’anno sono state educazione sessuoaffettiva e al consenso a carattere transfemminista, parole che però non hanno trovato ascolto”, scrivono i collettivi. Insomma, la situazione è totalmente fuori controllo, e lo Stato deve fare qualcosa.