Da una delle tranches dell’inchiesta che sta costando gli arresti domiciliari a Giovanni Toti, filtra una notizia che coinvolgerebbe Elisabetta Canalis.
Per girare come testimonial una serie di spot promozionali della Liguria, avrebbe intascato 240mila euro.
Caustico il consigliere regionale Ferruccio Sansa: «Abbiamo speso 4 mila euro al secondo per vedere una soubrette, che peraltro è sarda, e che parla della Liguria dalla sua casa di Los Angeles».
Il lauto cachet dell’ex velina di Striscia la notizia farebbe parte di un budget faraonico che il governatore della Liguria avrebbe messo in bilancio per la macchina promozionale della Regione. Tredici milioni e mezzo di euro, a quanto pare, confluiti nell’Agenzia regionale di promozione turistica, nell’ufficio stampa della Regione, ai portavoce e assistenti degli assessori e a una rete di consulenti per i social, oltre che nelle produzioni ad hoc di video e interviste.
Per oliare gli ingranaggi dell’Agenzia, Toti assolda Marco Pogliani, ex consulente del sindaco di Milano Beppe Sala. L’esperto mette a punto un progetto per il “prodotto Liguria” e inventa il marchio “Lamialiguria”.
Sansa segnala che «tutte le diverse forme di comunicazione, sia quelle di servizio pubblico e informazioni al cittadino, attraverso i siti web, i canali social e i media, sia quelle di organizzazione di eventi e di promozione del territorio tramite il marchio registrato #lamialiguria finiscono nella società in house Liguria Digitale».
E il capogruppo regionale Pd, Luca Garibaldi, ribadisce: «Toti ha trasformato l’Agenzia In Liguria da ente di promozione turistica all’ennesimo bancomat per le iniziative di propaganda della giunta».