A un anno esatto dalla terribile alluvione che devastò l’Emilia Romagna e toccò parzialmente anche Toscana, Umbria e Marche ben poco della ricostruzione subito promessa è stata realizzata. Una cosa che dato il modus operandi italiano alla fine ci aspettavamo. Tuttavia sono state messe in sicurezza le infrastrutture gravemente danneggiate e avviate le opere pubbliche necessarie, si è pensato agli sfollati che non avevano più un’abitazione anticipando attraverso gli enti locali i contributi di autonoma sistemazione delle famiglie.
Ciò che colpisce è che il governo ha iniziato a stanziare i fondi per la ricostruzione affidandoli alla struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo, cui fu affidato in emergenza il piano di vaccinazione anti-Covid. Ma dei due miliardi e mezzo di euro fin qui messi a disposizione della struttura commissariale per pubblico e privato meno del 10 per cento è stato messo a terra. Dove sono andati a finire tutti quei soldi?
213 milioni firmati dal generale Figliuolo commissario per l’alluvione, ma non per le famiglie
Sul sito della struttura commissariale sono elencati ordini di pagamento firmati alla data del 10 maggio scorso per un totale di 213 milioni e 43 mila euro. Sono però quasi tutti pagamenti a comuni ed enti locali a ristoro delle somme che avevano anticipato o per la ricostruzione di edifici pubblici a loro appartenenti danneggiati dalla piena delle acque di un anno fa.
Il dato più clamoroso è però quello dei pagamenti ai privati. Nel lunghissimo elenco sono di questo tipo solo 24 ordini di pagamento firmati a beneficio di 21 famiglie (per una sola ci sono infatti tre mini-ordini di pagamento da 2.490, 4.011 e 3.391 euro). Un esiguo gruppo di fortunati, che hanno ricevuto in tutto 202.423,07 euro. Alle famiglie, dunque, è andato per la ricostruzione solo lo 0,095% delle somme effettivamente giunte a destinazione.
Per avere il dovuto bisogna passare per l’intricata burocrazia italiana
Il primo a rendersi conto di questa difficoltà di fare arrivare i risarcimenti alle famiglie e a dire il vero anche alle imprese danneggiate dall’alluvione è proprio il generale Figliuolo, che vuole rassicurare tutti «perché i fondi ci sono e arriveranno», ma sa che le vie burocratiche sono molto complesse e che spesso sono di incaglio anche alle buone intenzioni. Il generale si è difeso giovedì 16 maggio partecipando a ReStart su Rai 3 spiegando di avere utilizzato la procedura già sperimentata dall’Emilia Romagna nel terremoto 2012. Bisogna però tenere conto della platea dei danneggiati, che spesso viveva in piccoli paesi o in aperta campagna.
E certo chiedere loro di fare partire la procedura di risarcimento accedendo con lo SPID a una apposita sezione dei siti regionali dedicati alla emergenza alluvione, poi trasferire lì documentazione digitale, compilare appositi form e alla fine fornire il proprio indirizzo PEC per vedersi riconoscere il dovuto può essere assai impervio per povera gente e famiglie contadine. Servirebbero periti e consulenti che ne facciano le veci, e in qualche caso avviene. Però bisogna prima pagarli e poi farsi riconoscere la spesa (è previsto dalla legge) in un secondo tempo.
La convenzione con la Consap per dare una spinta ai risarcimenti ai privati
A marzo di fronte alle difficoltà evidenti il generale Figliuolo ha firmato una convenzione con la Consap che collaborerà sui risarcimenti alle famiglie, avendo esperienza di gestione su pratiche non proprio dissimili e sui tanti bonus varati dai vari governi.
Dopo la convenzione la struttura commissariale ha firmato quattro provvedimenti di pagamento alla Consap che poi dovrà girare quelle somme alle famiglie danneggiate. Gli stanziamenti in questo caso sembrano più corposi: i quattro mandati di pagamento hanno messo insieme 614.278,33 euro. Aggiunti agli altri 202 mila euro erogati direttamente alle 21 famiglie sopra citate fanno in tutto lo 0,38% dei pagamenti avvenuti nell’anno dopo l’alluvione. Effettivamente in tasca agli alluvionati però è arrivato solo quello 0,095% che abbiamo spiegato prima. Sperando che i nuovi stanziamenti non si perdano nelle pastoie burocratiche, resta davvero troppo poco per chi ha vissuto quel disastro che ha cambiato radicalmente le loro vite.