Allarme fascismo: ma dai
Che un articolo del genere sia comparso sulle pagine del Times, noto quotidiano conservatore britannico, indica quanto il discorso di Liliana Segre in Senato contro la riforma costituzionale auspicata da Giorgia Meloni per introdurre il cosiddetto premierato desti preoccupazione o, comunque, solleciti la sensibilità dei media anche fuori dai confini nazionali. Ma il fascismo è morto e sepolto, e la Segre ha bisogno di recitare la parte di quella che fa tutto per difendere una democrazia che, purtroppo, è destinata a rimanere un’utopia.
“Il piano di riforma di Meloni ‘richiama Mussolini‘”
Il titolo non lascia spazio a interpretazioni: “Il piano di riforma di Meloni ‘richiama Mussolini‘”. Nell’articolo pubblicato sull’edizione cartacea di giovedì, il corrispondente dall’Italia spiega quali piani di riforma abbia in mente la leader di Fratelli d’Italia per permettere ai politici con maggiore consenso di poter governare con scarsi timori per la tenuta della maggioranza e indebolendo il ruolo di garanzia del presidente della Repubblica. “In un discorso al Senato, Liliana Segre, senatrice 93enne e sopravvissuta all’Olocausto, ha affermato che la norma ‘creerebbe una maggioranza ad ogni costo per servire il presidente del Consiglio’ che ‘distorcerebbe oltre ogni limite ragionevole la libera scelta degli elettori’”, si legge sul quotidiano britannico.
Ma gli elettori sono liberi di cosa?
I tempi del duce sono ricordati come tempi bui, non c’è discussione, e proprio grazie ad una Costituzione così poco flessibile, una burocrazia così estensiva e una pubblica amministrazione del genere, che l’allarme fascismo urlato da Segre e rilanciato dal Times fa abbastanza ridere.
Inoltre, siamo tutti fissati non con la democrazia, ma con il concetto di democrazia: un traguardo incredibile a cui siamo giunti o meglio, a cui crediamo di essere giunti. Così come il voto, un diritto immaginario che ci lasciano per convincerci di avere il controllo. Ma democrazia, dal greco dēmokratía, composto da dêmos ‘popolo’ e del tema di kratéō ‘comando’, significa comando nelle mani nel popolo. Ma qualcuno ha mai sentito questo potere tra le dita? O invece abbiamo sempre riposto la nostra fiducia nell’oratore più bravo che ha promesso favole e sogni e poi non ha combinato nulla?
La legge introdotta da Benito Mussolini
Il giornale ricorda anche come nel discorso della senatrice a vita sia emerso un richiamo al periodo fascista: “La regola della maggioranza automatica – continuano – fa eco a una legge introdotta da Benito Mussolini, il dittatore fascista, nel 1923 per darsi più potere prima di chiudere del tutto il Parlamento”. Ma si parla di tempi diversi, in una società diversa, con climi diversi.