Scopone in mano, uniforme, sfondo scolastico, una bidella 61enne muove il bacino e mostra a tutto il mondo l’arte di “passare il mocio”. La collaboratrice voleva dare vita a quello che da sempre è considerato un lavoro piuttosto umile: e allora via con l’allegria, i balletti, i sorrisi. Un’ondata di felicità che però muore presto, quando la bidella viene licenziata proprio a causa di quelle clip pubblicate sui social.
Questo è solo l’inizio di quello che potrebbe diventare una nuova corrente: la demenza moderna.
Chi è la bidella
Maika Cabrera ha dovuto dire addio alla sua professione dopo oltre vent’anni di pulizie nelle scuole di Madrid perché accusata di aver messo in cattiva luce l’azienda per cui aveva firmato un contratto part-time a tempo indeterminato.
Il licenziamento della bidella
Maika Cabrera è stata licenziata, ma non si è arresa e ha deciso di portare in tribunale la questione, sostenendo che quei pochi minuti di video non abbiano avuto alcun impatto sulla sua capacità di portare a termine il lavoro e, in generale, sul suo operato, e che la società per cui era impiegata non ne abbia risentito.
La olenne lavorava nella scuola pubblica
Gandhi di Ciudad Lineal da ormai sei anni, ma dal primo marzo era dipendente di un’altra società (Serveo) con un contratto a tempo indeterminato e part-time. O, almeno, così è stato fino al 22 aprile, quando ha ricevuto una comunicazione inaspettata e improvvisa: il licenziamento disciplinare.
La lettera di licenziamento
Nella lettera, come riporta Abc, è scritto: «Il 12 marzo 2024 la direzione è venuta a conoscenza del caricamento di una serie di video su TikTok in cui appari con l’uniforme da lavoro e commetti una serie di atti la cui gravità non è tollerata dall’azienda». Quindi, il problema è che «molti utenti, vedendo la divisa e il nome dell’impresa di pulizie, hanno identificato la ditta Serveo, citandola nei commenti e danneggiandone gravemente l’immagine».
Demenza moderna
In realtà, nei vari post citati da Serveo e allegati alla comunicazione del licenziamento, gli utenti incoraggiano Maika e tifano per lei. Maika dichiara di non aver registrato quotidianamente i video, che non si trattava di «un’attività regolare» e che ha sempre «lavorato molto».
Poi, spiega: «Lo facevo per tirarmi su il morale.
Sono una persona allegra. Il giorno in cui sono stata licenziata, invece, sono tornata a casa da scuola piangendo. Non me l’aspettavo.
Credevo fossero venuti a darmi un avvertimento, ma non c’è stato nulla del genere. I video non mi danno da mangiare, il mio lavoro si». Proprio per quello, è una forma di demenza moderna.