Non è ancora stata scarcerata ma Ilaria Salis dà sempre più lavoro ai suoi avvocati, che dovranno accordarsi con lei per querelare il direttore di Il Tempo e i giornalisti che nei giorni scorsi hanno scritto sulla concessione dei domiciliari alla maestra, candidata con Alleanza Verdi e Sinistra alle elezioni Europee.
In un comunicato, i legali biasimano “il carattere diffamatorio degli articoli (ma anche le immagini a margine) con titoli come ‘Grand Budapest Hotel’.
“Si arriva addirittura a parificare la recente concessione della misura degli arresti domiciliari dopo oltre 15 mesi di carcere a una vacanza in un albergo di lusso in quel di Budapest. E a denigrare ancora una volta la sua posizione di antifascista”.
Il direttore del quotidiano, Tommaso Cerno, fredda la notizia della querela: «Ne sono onorato, uso politico della giustizia è prassi della sinistra”.
La prima intervista
Reclusa da 15 mesi in un regime di massima sicurezza in Ungheria con l’accusa di aver aggredito (assieme ad altre persone) dei neonazisti, Ilaria Salis ha deciso di accettare l’invito di La Stampa e concedere un’intervista.
Sulla candidatura offerta da Alleanza Verdi-Sinistra, che potrebbe garantirle l’immunità riconosciuta agli europarlamentari: «Voglio trasformare questa mia vicenda in qualcosa di costruttivo, non solo per me. Vorrei potermi dedicare a una cosa che mi sta molto a cuore: la tutela dei diritti umani.
«La mia situazione giudiziaria non può e non deve essere pregiudicata o aggravata dalle mie posizioni politiche. Se ciò avvenisse sarebbe un fatto molto grave.
«Non è mia intenzione sottrarmi, ma difendermi all’interno di un processo in cui siano garantiti i diritti fondamentali, il principio di proporzionalità e la presunzione di innocenza.
«Se sarò eletta farò in modo che chi si trova in situazioni di ingiustizia come la mia non sia lasciato solo».
Arriva la domanda: “Sì è sentita sostenuta e aiutata dal governo italiano nella sua vicenda giudiziaria?”. «Preferisco non rispondere». Il giornalista la incalza: “Ritiene che la vicinanza tra alcuni partiti della maggioranza in Italia e il premier ungherese Orban abbia pesato in qualche modo?”. Ilaria Salis mantiene la bocca cucita.
«Sono dalla parte giusta della Storia»
«Fin dal primo giorno ciò che mi ha dato il coraggio e la speranza per andare avanti a testa alta è la consapevolezza di essere dalla parte giusta della Storia.
«La mia forza cresce di giorno in giorno grazie alla solidarietà e ai pensieri che ricevo da compagne e compagni, familiari e persone che mi vogliono bene».
Perché si sottragga a certe domande lo spiega il padre Roberto Salis: «Ha paura: per la sua incolumità fisica e per il suo destino processuale. Ogni sua parola rischia di ritorcersi contro di lei, forse anche di chiudere quell’esile spiraglio che si è aperto qualche giorno fa».
E fa un appello: «Non presentarsi davanti al carcere di Gyorskocsi Utca. Ci sono forti timori per la sua sicurezza e quindi, quando uscirà, andrà nel suo domicilio in modo riservato.
«Chiediamo a giornalisti, che sono stati sempre sensibili e comprensivi, di capire la situazione e di garantire la sicurezza a Ilaria e alle persone che sono a lei vicine».
Nel frattempo, uno degli avvocati di Ilaria Salis, Gyorgy Magyar, informa che l’effettiva scarcerazione potrebbe slittare a giovedì 23 maggio, nella migliore delle ipotesi, per i tempi necessari al versamento del bonifico da 40 mila euro, a titolo di cauzione: condizione necessaria per ottenere il trasferimento ai domiciliari.