Da Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, parte un interminabile corteo. Destinazione il lungomare di Cannitello, dove dovrebbe poggiare uno dei due piloni destinati a reggere il ponte sullo Stretto.
Con i cittadini, sia calabresi sia siciliani, la sindaca della cittadina Giusy Caminiti. «È necessario sospendere la Conferenza dei servizi per avere più tempo, come comuni, per presentare le osservazioni e le richieste di integrazione al Ministero delle Infrastrutture.
«È una richiesta non solo inoltrata dalla mia amministrazione, ma anche dai sindaci delle Città metropolitane di Reggio e Messina, Falcomatà e Basile.
«Peraltro, è bene ricordare che anche la società “Stretto di Messina” ha avanzato simile richiesta al ministero, chiedendo tempo fino al prossimo 12 settembre per presentare le integrazioni richieste, procedura che comporterà anche la dilazione del nodo degli espropri».
«Non è un’opera prioritaria»
C’è pure il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita: «Il Ponte è una questione politica che interessa tutti noi. I cittadini vanno ascoltati sempre, poiché questa è un’opera che va a mettere le mani nelle tasche dei calabresi e dei siciliani e, comunque, resto convinto che il Ponte non sia un’opera prioritaria».
Ci sono anche Angelo Bonelli di Europa Verde, Sandro Ruotolo, ex parlamentare e oggi candidato al Parlamento europeo con il Pd, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano per Alleanza Verdi-SI, l’ex primo cittadino di Messina e ambientalista Renato Accorinti, tra i primi a condurre la battaglia contro il Ponte.
Patrimonio dell’Unesco
«Questo luogo concentra una serie di biodiversità uniche», spiega Accorinti. «È stato avviato l’iter perché diventi patrimonio dell’Unesco, è una zona che ricade nelle ZPS, zone a protezione speciale e cioè è un luogo che non si può sfregiare.
«Nel tempo è maturata questa presa di coscienza grande da parte di tutti i cittadini, non solo i messinesi. Quest’opera non serve a niente.
«L’economia non passa dal costruire un ponte, i posti di lavoro si fanno anche quando costruisci le ferrovie, l’acquedotto e la messa in sicurezza del territorio. Dirottiamo le risorse su cose utili».
Sfila inoltre una folta delegazione della Cgil Sicilia. “Alla Sicilia e alla Calabria”, scrive in una nota il sindacato, “servono infrastrutture fondamentali come ferrovie, strade, autostrade.
“Ma anche investimenti su sanità, istruzione e su politiche di sviluppo. Si investa su questo. Diciamo No al grande inganno“.