Home CRONACA Andiamo a comandare con la kefiah e il bandierone

Andiamo a comandare con la kefiah e il bandierone

Il rettore dell’università degli studi di Torino, Stefano Geuna, ha deciso di convocare oggi, unicamente online, il Senato Accademico. A una frangia di studenti non è andata giù: alcuni militanti dei collettivi Cua e Cambiare rotta hanno occupato la sede del rettorato dell'ateneo.

Il rettore dell’università degli studi di Torino, Stefano Geuna, ha deciso di convocare oggi, unicamente online, il Senato Accademico.

A una frangia di studenti non è andata giù: alcuni militanti dei collettivi Cua e Cambiare rotta hanno occupato la sede del rettorato dell’ateneo.

“Se il magnifico impedisce il confronto, noi rispondiamo con il blocco del rettorato”, postano. E si diffonde un video dove tre studentesse pro Palestina, con tanto di kefiah in capo e bandierone, esprimono le ragioni del loro dissenso.

«Abbiamo chiesto più volte a Geuna di aprire un dialogo che ci è sempre stato negato», lamenta il terzetto, di indubbio folklore. «Resteremo in Rettorato finché non sarà organizzata una seduta congiunta degli organi, in presenza, con la rappresentanza studentesca e con all’ordine del giorno la cancellazione degli accordi con Israele e le aziende belliche».  

«Avevamo avanzato la richiesta di una seduta di senato accademico congiunta dove fossero presenti gli studenti e le studentesse, ma è stata spostata online. Il rettore si sta sottraendo da più di una settimana a ogni tipo di confronto».

Se Atene piange, Sparta non ride. Prosegue anche l’occupazione del Politecnico di Torino, iniziata sabato 18 maggio notte con l’effrazione di un portone.

«Fino a ieri, quella che coinvolgeva il Politecnico era stata una manifestazione di protesta da parte di membri della comunità studentesca», denuncia il rettore Stefano Corgnati. «A seguito degli ultimi gravi fatti, è un’occupazione da parte di individui per la stragrande maggioranza esterni».

«Un atto di violenza contro l’Ateneo che non ha nulla a che fare con la libertà di manifestare, né tantomeno con la comunità studentesca del Politecnico di Torino. «Poco prima delle 22», continua Corgnati, «quaranta estranei, spostatisi verso l’accesso laterale di corso Einaudi, ne hanno forzato e sfondato il portone di ingresso, che era chiuso, introducendosi all’interno». 

«In questo momento così difficile, chiedo a tutta la comunità di ritrovare, mantenere e rivendicare la nostra identità e il nostro ruolo di istituzione pubblica capace di guidare lo sviluppo tecnologico della società, forte della nostra tradizione e salda nei nostri principi e valori democratici, ispirati al confronto e alla pace, che non tollerano il sopruso, la sopraffazione, la violenza».

«La libertà di manifestare pacificamente deve avvenire nel rispetto di studenti e docenti. È stata un’azione violenta da parte di estranei ai danni della intera comunità politecnica, senza alcun rapporto con il dialogo pacifico e civile, né con il favorire il confronto tra le diverse anime.

«È stata, inequivocabilmente, un’azione volta all’occupazione del nostro Ateneo, che ora, rendendo indisponibili l’Aula Magna e la sala Emma Strada, ci priva della possibilità di partecipare a eventi sentiti, come l’evento Guarigioni di Just the Woman I Am di martedì 21».

La replica degli studenti

Gli studenti provano a difendersi: «Questa protesta è sempre stata pacifica. Molti studenti dell’Acampada di corso Duca degli Abruzzi sono confluiti nella manifestazione per la Palestina, assieme ai colleghi provenienti dagli altri poli occupati.

«Una volta tornati si sono trovati i cancelli sbarrati per ordine del rettore. Nel momento in cui il dialogo con gli agenti presenti non ha portato soluzioni, abbiamo reputato opportuno riunirci comunque con il resto dell’occupazione all’interno della struttura pubblica del Politecnico».

«Durante questo momento, l’ingresso usato era stato lasciato aperto e gli studenti l’hanno solo utilizzato; poi nel tentativo di chiusura della porta, avvenuta per autotutela degli occupanti e degli spazi, a causa di una non conoscenza del meccanismo, è stata utilizzata una modalità errata di chiusura che, aggiunta al tentativo di entrata di terzi avvenuto nella notte, ha causato un malfunzionamento».

Il rettore Stefano Corgnati lascia loro comunque una porta aperta: «Organizzeremo una conferenza degli studenti dell’ateneo. A nostra memoria non è mai avvenuta, nella quale sarà trattato nello specifico il tema della pace.

«Momento totalmente dedicato a loro per esprimersi. Sarà l’occasione per mettere in luce le diverse posizioni e sensibilità davanti a tutta la comunità».

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