Episodio scandaloso quello avvenuto a Torino: l’assessore al Diritto Universitario, Elena Chiorino, sull’accaduto: “ totale mancanza di rispetto verso le vittime della violenza del fanatismo islamico”. E tutto questo è davvero successo in un ateneo? Follia
Siamo alla follia pura
A Torino è avvenuto un episodio scandaloso che ha suscitato non poche polemiche: venerdì scorso l’imam Brahim Baya ha pronunciato preghiere e orazioni a Palazzo Nuovo, una delle sedi dell’università occupate da una decina di giorni nell’ambito dell’intifada studentesca.
Un’iniziativa che non è andata giù a molti, in particolare modo alla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha telefonato al rettore, Stefano Geuna. “Il fatto è avvenuto in situazione di occupazione da parte di studenti – ha spiegato Geuna – e quindi sotto la piena responsabilità degli occupanti”.
Nella nota si legge anche che “per parte sua l’Università di Torino ribadisce fermamente il carattere di laicità dell’istituzione universitaria. Il rettore e il ministro hanno quindi condiviso un sentimento di piena condanna sull’accaduto”.
E l’ateneo di Torino era la sede giusta per ciò che da tutti è stato considerato un “inno alla Jihad”?
Perché non è andato in moschea a farla?
La preghiera dell’imam, documentata in un video intitolato “Cosa ci insegna la Palestina” e postata sul suo canale Youtube, si è svolta nell’androne del palazzo davanti a una trentina di studenti e fedeli, diversi dei quali di origine straniera.
L`imam, molto attivo a Torino per Gaza e responsabile della moschea Taiba di Via Chivasso, nel suo sermone ha detto che “nuovi sionisti sono arrivati per prendersi” la Palestina e “per insediarsi in un colonialismo più becero, più criminale che possa esistere” e plaude al “Jihad nel più alto senso di questo termine, come sforzo per difendere i propri diritti, come sforzo per difendere la vita umana, come sforzo per difendere la pace. La vera pace”. E perché non è andato in moschea a farla?
L’assessore al Diritto Universitario si è fatta sentire: “una situazione intollerabile“
Durissima – giustamente – l’assessore al Diritto Universitario, Elena Chiorino, sull’accaduto: “Condanna ferma: questo è il risultato di occupazioni violente, politicizzate, che nulla hanno a che vedere con la difesa dei diritti – ha detto Chiorino – L’inno alla Jhiad andato in scena nei corridoi dell’Università di Torino è un episodio intollerabile, vergognoso, che merita una condanna ferma e dura.
Si tratta di una totale mancanza di rispetto verso le vittime della violenza del fanatismo islamico ed è ancor più grave che tutto questo sia accaduto di fronte a studenti all’interno dell’Università di Torino”.