Secondo Musk, in futuro l’intelligenza artificiale riuscirà a sostituire tutti i lavori. Agli esseri umani non rimarrà molto da fare. Il lavoro diventerà forse un hobby per chi ha voglia di continuare a farlo. Il sogno di tutti, no? Peccato sia un’utopia: ecco perché
Il futuro secondo Elon Musk
L’uomo più ricco del mondo ha tracciato un futuro piuttosto chiaro per la nostra specie. In collegamento con VivaTech 2024, la fiera dedicata alla tecnologia a Parigi, il capo di SpaceX, Tesla e X ha spiegato che l’intelligenza artificiale non solo entrerà in qualsiasi lavoro ma sarà in grado anche di sostituire la presenza umana in qualsiasi fabbrica o ufficio.
Le parole sono difficilmente fraintendibili: “Probabilmente nessuno di noi avrà un lavoro. Se vuoi fare un lavoro puoi tenertelo come hobby. L’intelligenza artificiale e i robot forniranno tutti i ben e i servizi che desideri”. Un’ipotesi straordinaria, seppur utopica, ecco perché.
E come si guadagnerebbe?
La visione di Elon Musk presenta chiaramente un paradosso. Senza un lavoro, come è possibile ottenere denaro per acquistare beni o servizi? Dato il futuro verso cui stiamo andando, Musk suggerisce un “universal high income”, un reddito universale elevato che viene erogato direttamente dai governi per tutti i cittadini.
Mettiamo caso che questo sia fattibile, rimane un’ipotesi comunque impossibile. Al giorno d’oggi l’economia e il mondo funzionano perché la gente sogna di avere sempre più denaro: c’è chi vuole avere l’appartamento più grande, chi la Ferrari, o chi semplicemente ogni anno l’ultimo modello dell’iPhone. Se tutti avessimo lo stesso stipendio tutti potremmo permetterci le stesse cose. E dunque demoliremmo quello che è il mercato. E ad ogni modo, non fa parte del genere umano il voler somigliare agli altri, anzi, ultimamente sembra una gara a chi possiede di più.
I posti di lavoro a rischio con l’intelligenza artificiale
La teoria di Musk è ispirata a una serie di visioni tecnottimiste. In un futuro in cui anche le professioni più qualificate verranno sostituiti da algoritmi rimarrà lavoro solo per chi quegli algoritmi dovrà svilupparli o al massimo aggiornarli. Micidiale in questo senso la prospettiva scritta da Dave Eggers nel libro The Every: nemmeno i medici sono umani, le diagnosi vengono fatte da un pc. Questo però prevede due cose: la prima è che tutta la specie umana arrivi allo stesso grado di digitalizzazione, cosa non esattamente credibile.
La seconda è che esista un’organizzazione sovranazionale che sia in grado di garantire a tutti un reddito per accedere a quella infinita quantità di beni prodotti dall’intelligenza artificiale.
Scenari impossibili
Anche in questo non stiamo parlando di uno scenario disponibile entro i prossimi dieci anni. Il problema è tutto quello che succede mentre queste due condizioni si realizzano.
In questa fase infatti sembra che l’intelligenza artificiale stia entrando nel mondo del lavoro per ottimizzare i processi di produzione. Una formula che a volte vuol dire anche il taglio di migliaia di posti di lavoro. Secondo uno studio uscito in questi giorni e firmato da FPA, solo in Italia l’arrivo dell’intelligenza artificiale potrebbe sostituire oltre200.000 dipendenti pubblici.