Dopo aver dichiarato, al Festival dell’economia di Trento, «le riforme? O la va o spacca, non sto qui a scaldare la sedia», Giorgia Meloni punta i piedi e chiarisce la sua posizione, contro chi ha letto tra le righe che sarebbe pronta a dare le dimissioni qualora le cose prendessero una piega storta.
E sceglie, tra le riforme, quella del premierato, che potrebbe portare a un referendum. «Non mi fa paura l’idea del referendum e non lo considererò mai un referendum su di me ma sul futuro del Paese. Se non passa è un problema? Chissene importa.
«Sono pronta a dimettermi qualora venisse bocciato il referendum? No. Io arrivo alla fine dei 5 anni e chiederò agli italiani di essere giudicata. Se la riforma non passa gli italiani non l’avranno condivisa. Tutto il resto sono speranze della sinistra».
Meloni è certa di avere dalla sua parte i risultati economici del suo governo: «Il patto di Stabilità Ue prevede una fase temporanea di rientro, è sostenibile sulla carta». Se invece si dovesse fallire, la colpa non sarebbe sua: «Il disastro è nei 220 miliardi di buco per aver ristrutturato prevalentemente seconde case, con il Superbonus ci troviamo in difficoltà su moltissimi altri fronti. Il governo farà di tutto per mantenere gli impegni».
Il discorso, quindi, verte sugli scenari dopo le elezioni Europee e sulle possibili future alleanze. Che tagliano fuori la sinistra: «Mai». Pur di emarginarla, nessuna preclusione a un sodalizio con l’estrema destra: «Non sono abituata alle patenti di presentabilità. Il mio obiettivo principale è cercare di costruire una maggioranza di centrodestra e mandare la sinistra all’opposizione anche in Europa.
Famigerate maggioranze arcobaleno
«Penso che ciò che le maggioranze arcobaleno producono sono compromessi al ribasso», attacca la premier. «Non siamo in una stagione storica in cui possiamo permetterci un’Europa con compromessi al ribasso, e le maggioranze arcobaleno sono di compromesso, di un’Europa debole».
La presidente dell’Ue Ursula von der Leyen avversa aperture a Marine Le Pen o partiti analoghi? «Io ho con Ursula, come normale che sia, un rapporto di collaborazione istituzionale come con tutti, a me interessa solo portare a casa i risultati», dice con un certo distacco Meloni.
Il caso Toti
La prima Ministra conclude commentando il caso Toti, il governatore della Liguria agli arresti domiciliari: «Io non ho avuto modo di parlargli ed è difficile riuscire ad avere una idea compiuta su questa storia.
«Per il futuro mi piacerebbe, e vale per tutti, che tra quando c’è una richiesta di misure cautelari e quando viene eseguita non passassero mesi. Non aspettare campagne elettorali».