Al festival dell’Economia di Torino, l’editore Giuseppe Laterza commenta le polemiche per il mancato invito dello scrittore napoletano al Buchmesse, la Fiera del Libro di Francoforte.
«A non inserire Saviano è stato il suo editore, non il governo», punta il dito Laterza, erede di una storica e autorevolissima casa editrice con sedi a Bari e a Roma. «La vicenda è panna montata, non c’è nessuna censura».
Parallelamente, il commissario straordinario per l’Italia alla Buchmesse Mauro Mazza, due giorni fa, si è rimangiato il mancato invito di Saviano, dopo essersene preso in un primo momento la responsabilità, motivandola con il desiderio di «dare voce a chi finora non la ha avuta, ad altri».
«Il nome di Roberto Saviano non era compreso nella lista di autori presentata dagli editori per comporre la delegazione italiana alla Buchmesse di Francoforte 2024», spiega Mazza. «E da parte del commissario non si era ritenuto di alterare quella lista né con il suo nome, né con quello di altri, più o meno autorevoli o rappresentativi scrittori.
«Ora», conclude Mazza, «preso atto dell’odierna pur tardiva diversa indicazione di un editore, di fronte alle reazioni e a una corale levata di scudi, avendo a cuore su tutto il successo dell’Italia alla Fiera del libro di Francoforte, il commissario spera che Saviano accetti l’invito e partecipi a uno dei nostri incontri nelle cinque giornate della Buchmesse».
Ma Saviano è un disco rotto
Con un fronte comune che fa sospettare un pizzico di corporativismo, alcuni scrittori italiani hanno dichiarato: «Noi solidali, non andiamo a Francoforte». E lo scrittore di Gomorra ha buon gioco a dimostrare per l’ennesima volta le sue manie persecutorie:
«La questione del modulo non compilato dall’editore per sottoporre la mia presenza alla Buchmesse, come tutti sanno, è una assoluta falsità. La mia esclusione, come Mazza stesso ha motivato nel corso della conferenza stampa, è avvenuta per sua decisione e ha motivazioni che non occorre ribadire, ma che sono chiare a tutti».
Mi si nota più se non vengo o se vengo e sto in disparte? No, non vengo
Levandosi il cappello davanti ai colleghi per ringraziarli dell’assist, Roberto Saviano declina l’invito borioso: «Non si aspettavano questa sollevazione unanime e solo per questo ora vogliono correre ai ripari, ma è tardi e lo stanno facendo in maniera maldestra.
«Sono certo che questo episodio accenderà una luce anche all’estero sulla natura illiberale del governo italiano. Personalmente non accetterò di essere a Francoforte con la delegazione italiana, ma accoglierò con piacere l’invito delle istituzioni culturali tedesche che hanno chiesto la mia presenza alla Buchmesse». Te lo meriti Nanni Moretti, te lo meriti.