Il 29 maggio il segretario della Sinistra italiana Nicola Fratoianni e il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli si sono presentati davanti all’ingresso del Twiga, a Marina di Pietrasanta.
Per dare eco alla loro proposta di legge Mare libero «per restituire a cittadine e cittadini il diritto a un bene comune ormai diventato di lusso e nelle mani di privati, che pagano cifre minime con fatturati esorbitanti».
Flavio Briatore reagisce duramente: non ci sta a fare il simbolo di una presunta monopolizzazione dei bagnasciuga.
«Ce l’hanno con gli imprenditori balneari», accusa Mr. Billionaire, «ce l’hanno con il governo Meloni, ce l’hanno col sottoscritto e non sanno che un’azienda come il Twiga ha 150 persone sul proprio libro paga. E durante la stagione paga quasi 3 milioni di euro di tasse».
È furioso per una precisazione di Fratoianni che lo prende a esempio di un presunto smisurato arricchimento: «Il Twiga paga 21 mila euro di concessione, con un fatturato di 8 milioni. Una vergogna».
Che figata veder fallire Flavio
Briatore sfotte Fratoianni e Bonelli «una coppia da zeru tituli. A loro, se il Twiga fallisse e 150 famiglie perdessero il loro sostentamento, non importerebbe niente».
«Sono talmente invidiosi che la loro soddisfazione sarebbe esclusivamente quella di veder Briatore fallire: che figata».
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L’affondo di Bonelli contro Giorgia Meloni
Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Bonelli documenta la sua denuncia con le cifre: «In totale, tutte le concessioni demaniali dello Stato italiano pagano allo Stato 100 milioni di euro, ma fatturano 10 miliardi di euro».
«Quello che vuole fare Meloni è inaccettabile: ha aumentato la lunghezza delle coste italiane di 3mila chilometri. Un trucchetto incredibile per evitare di mandare a gara tutte le concessioni demaniali marittime. Al contempo, vuole mandare a gara e privatizzare le ultime spiagge libere del nostro Paese».