Ospite di Quarta Repubblica, Giorgia Meloni torna sui casi Saviano e Scurati: smentisce qualsiasi censura, anche in Rai, infilzando la levata di scudi di alcuni scrittori che per solidarietà hanno deciso di disertare la Fiera del Libro di Francoforte.
«Su Saviano e compagnia, al di là del tema amichettismo, censura, destra o sinistra, io ci vedo soprattutto pubblicità», commenta la premier. «Lei sapeva che Saviano ha scritto un altro libro?», chiede a Nicola Porro.
«No, neanche io. Adesso lo sappiamo. Lei sapeva che Scurati aveva scritto un altro libro prima che ci fosse la polemica sulla censura? Questa roba qui serve a fare pubblicità.
«Quando uno ha da presentare qualcosa di nuovo, mette in moto tutto il can-can della censura per fare pubblicità. Bellissimo, giusto e anche intelligente però non la chiamiamo rivoluzione. Si chiama guadagnare di più, ed è un’altra cosa».
Meloni diventa un fiume in piena appena si tocca la questione della presunta censura di Scurati in Rai: «Io guardo poco la tv, per trovare i dati su TeleMeloni me li sono andati a studiare perché c’era tutta la polemica sul TeleMeloni. Quindi sono andata e ho preso i dati dell’Istituto di Pavia».
«Io ci sono stata dall’altra parte»
«Non è questione di essere più o meno rappresentati», riflette la prima Ministra, «perché io non chiedo alla Rai di rappresentarmi. Io semplicemente ho detto e continuo a ritenere che la Rai deve essere plurale, deve dare spazio a tutti. In passato noi non abbiamo avuto una Rai che dava spazio a tutti. Perché io ci sono stata dall’altra parte. Ci sono stata quando Fratelli d’Italia aveva il 6% e passa dei consensi e nel “Tg1” era rappresentata con una percentuale che viaggiava intorno al 2%, raggranellata tra l’edizione di mezzanotte e quella delle 6 del mattino.
«Ci sono stata in quel mondo, a me non la si dà a bere, è chiaro? L’ho vista la censura, ho visto cos’era la censura, ho visto cos’era far parte di chi non stava nella ristretta cerchia di quelli che comandavano. Per cui non sostituirò mai quel sistema di potere con un sistema di potere diametralmente opposto che fa la stessa cosa. Io voglio libertà, perché è quello che secondo me compete al servizio pubblico».
Quella battuta venuta in mente in auto
Giorgia Meloni, stuzzicata dal conduttore Nicola Porro, ripercorre anche l’incontro con Vincenzo De Luca a Napoli quando, stringendogli la mano, si è presentata come «quella stronza della Meloni». Battuta che, racconta, «mi è venuta in macchina, mentre andavo là». Sui media, quindi, confida: «Leggo poco, soprattutto gli articoli che parlano di me. Però ogni tanto mi arrivano le ricostruzioni su come sarebbero maturate le cose che io faccio e sono geniali: riunioni, studi, società pagate… Non ho consulenti americani».
«Io sono una persona molto spontanea e mi sono data una regola: sii te stessa, perché tanto non puoi sembrare una persona diversa. Forse lo puoi sembrare nel breve periodo, ma penso che la gente debba sceglierti o non sceglierti guardando effettivamente a chi sei. Quindi se mi viene in mente di fare una cosa, tendenzialmente io la faccio. Se una cosa mi fa sorridere, ci sorrido sopra».