Una ventina di indagati dalla Procura di Napoli per gli ingressi illegali di migranti in Italia
È la notizia riportata oggi da il Mattino e Repubblica, che raccontano le indiscrezioni sui primi risvolti delle inchieste (avvolte dal più stretto riserbo) legate alla denuncia della premier Giorgia Meloni.
Tre giorni fa, infatti, il presidente del Consiglio ha presentato un esposto alla Procura nazionale antimafia denunciando gli interessi della criminalità organizzata sul tema immigrazione.
Il filone investigativo si concentrerebbe per ora sull’area vesuviana e sugli ingressi di immigrati dal Bangladesh.
Un meccanismo che coinvolgerebbe imprese compiacenti, intermediari, legali, consulenti dei Centri di assistenza fiscale, tutti impegnati a falsificare le pratiche per far giungere in Italia i migranti con un posto di lavoro sicuro.
Non si esclude lo zampino della mafia
Meloni sosteneva che ogni pratica valesse 15mila euro. Secondo l’indagine napoletana, si parla di diverse migliaia di euro per ogni ingresso illegale, un tesoretto da dividere tra gli affiliati. Non si esclude, sottolineano i due quotidiani, che anche la criminalità organizzata locale possa avere avuto un ruolo nella vicenda.
Il “modello-Campania” potrebbe essere inoltre stata replicata anche in altre realtà italiane, e con migranti provenienti da aree differenti.
“Stiamo sul pezzo e non siamo preoccupati – aveva commentato il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri -: abbiamo migliaia di uomini delle forze dell’ordine, abbiamo magistrati di altissimo livello e monitoriamo qualsiasi tipo di fenomeno”.