Home CRONACA L’Associazione nazionale magistrati: “Pronti allo sciopero contro la riforma della Giustizia”

L’Associazione nazionale magistrati: “Pronti allo sciopero contro la riforma della Giustizia”

Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

L’Associazione nazionale magistrati dissotterra l’ascia di guerra. Nell’aula Giallombardo della Cassazione, riunione generale per opporsi irrevocabilmente alla riforma della Giustizia architettata dal ministro Nordio.

Il presidente Giuseppe Santalucia prende la parola: «Pronti allo sciopero, per spiegare le ragioni del no alla separazione delle carriere». Qualcuno chiede se l’Anm intenda rinunciare all’agitazione, il togato lo esclude.

«Sciopero rinviato? Nient’affatto. Anzi, anche più giorni di astensione dal lavoro. Programmeremo un’azione collettiva per spiegare ovunque le ragioni del no alla separazione delle carriere».

«Una riforma che aggrava solo i problemi e che non rende un buon servizio ai cittadini. Come ne siamo certi? Perché siamo sul campo e ci rendiamo conto degli squilibri che essa provocherà».

Segue una excusatio non petita: «Dalle mozioni si vede bene come tutta la magistratura sia unita», assicura Santalucia. «In tutte le componenti. Il no è di tutti. Ma lo sciopero deve comunicare le ragioni del dissenso, e non deve apparire, perché non lo è, una chiusura corporativa».

Grazie, presidente Mattarella

Per Santalucia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella «è sempre presente e vigile nel difendere l’indipendenza della magistratura, per tutti noi un riferimento certo».

Gli fanno notare che il capo dello Stato ha già inviato il Ddl alle Camere: «L’invio non significa condividere il contenuto. Autorizzare la discussione in Parlamento non vuol dire validare la riforma o chiudere la porta al dissenso, noi stiamo esercitando il nostro diritto di cittadinanza».

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio . Fonte: Ipa – Dillingernews.it

Un comitato ad hoc

Il magistrato Eugenio Albamonte, ex segretario di Area, auspica la fondazione di un “Comitato per il No”: «Per favorire una più ampia diffusione delle proprie posizioni, una via indispensabile per coinvolgere tutte quelle risorse culturali, sindacali, politiche e sociali che siano sensibili alla tutela degli equilibri costituzionali e abbiano a cuore il ruolo della giurisdizione quale garante dei diritti di tutti, a partire dai più deboli».

Stefano Celli, esponente di Magistratura democratica, pare l’unica voce fuori dal coro quando bacchetta i colleghi e li esorta «a uscire dai palazzi di giustizia, parlare con linguaggio comprensibile, sporcarsi le mani stringendo quelle dei cittadini, non per esibizionismo populistico, ma per la riguadagnata consapevolezza di essere parte di una comunità di uguali». Rocco Maruotti di Area invece si scaglia contro il sorteggio per i togati del Csm: «Un’umiliazione inflitta alla magistratura ordinaria, e solo a questa e non anche alle altre, che si vede privata in un sol colpo sia dell’elettorato attivo sia di quello passivo, che normalmente è l’effetto dell’interdizione dai pubblici uffici cui va incontro chi viene condannato in un processo penale».

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